Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film
Racconto semi-autobiografico (e al rallentatore) di infanzia e adolescenza del regista Taiwanese Hou Hsian Hsien. L'ispirazione per questo lavoro e per l'intera trilogia di cui è parte sembra essergli venuta dai lavori del regista Indiano Satyajit Ray (che a sua volta si era ispirato ai film del neorealismo italiano). Due sono però secondo me le differenze fondamentali fra “Il lamento sul sentiero” di Ray e questo “A Time to live, a Time to Die” che rendono il primo un capolavoro e quest'ultimo un film appena poco più che discreto. Da un lato v'è la tragicità vera, oggettiva e palpabile della realtà mostrata nel primo e che qui è invece solo moderatamente drammatica, per dirla di un modo. La seconda differenza è la maestria con cui Ray crea i suoi personaggi, soprattutto quelli secondari, che vivono di vita propria, mentre nel film di Hsiao Hsien risulta praticamente impossibile ricordare alcuno dei personaggi di contorno. E la scelta del colore al posto del b/n certo non aiuta.
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