Regia di Kurt Wimmer vedi scheda film
Quando il citazionismo è un pregio. L’esordiente Kurt Wimmer (che se non è cinefilo dello sci-fi io sono Babbo Natale) riprende “Farenheit 451” di peso, lo modifica e vi inserisce un tipo di azione alla “Matrix”. Claustrofobico, orwelliano ma con stile, matrixiano ma con originalità, “Equilibrium” non sarà un capolavoro del genere, ma di sicuro è artigianato (quello che fa divertire riflettendo) al 100%. Non sarà il massimo dell’originalità, è poco ma sicuro. Però ha il pregio di non risultare “già visto”, grazie all’ottima commistione di elementi egemoni. E poi bella una certa fisicità nei combattimenti che richiama il Ridley Scott degli ultimi tempi anziché i Wachowsky Brothers. Ed anche questo è un pregio. Bel thriller fantascientifico, con la giusta dose di crepuscolarismo, forse un po’ troppo forzato in alcuni passaggi (tipo il colpo di scena del figlio del protagonista convertito). Mi sono divertito, questo senza copiare la fantascienza di Micheal Bay o di Emmerich. In generale, un bel film. Voto: 7+
Grandi citazioni più o meno evidenti per una storia che, alla fine, sa sorprendere (pur non essendo originalissima).
Solenne e intensa, uno score adatto al cupo crepuscolarismo della pellicola. Bella prova.
Ottimo attore per una parte tanto piccola quanto importante.
Somiglia tanto al giovane Christopher Lee nell’aspetto, ma il talento è tutto suo. Toccante, affronta bene un ruolo apparentemente semplice senza cadere nel ridicolo.
Un bravo attore…
Bellissimi i combattimenti, anche se un po’ troppo esagerati, ma non cadono mai vistosamente nella trappola di “Matrix”. Anche la narrazione è buona, abbastanza pensata, non infantile. Un ottimo “equilibrium”, non c’è che dire.
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