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Edward mani di forbice

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Edward mani di forbice

di AndrewTelevision01
9 stelle

"Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore, e tra le tante cose che faceva, si racconta che diede vita ad un uomo. Un uomo con tutti gli organi: un cuore, un cervello, tutto. Be', quasi tutto. Perché, vedi, l'inventore era molto vecchio, e morì prima di finire l'uomo da lui stesso creato. Da allora, l'uomo fu abbandonato, senza un papà, incompleto e tutto solo."

~Kim, la narratrice

Johnny Depp, Winona Ryder

Edward mani di forbice (1990): Johnny Depp, Winona Ryder

Tim Burton era uno dei registi di cui guardavo i film più frequentemente durante l'infanzia: oltre alla passione per lo stile, di mio fratello, furono proprio cortometraggi come "Vincent" e "Frankenweenie", o lungometraggi come "Beetlejuice", i due film di "Batman" (in particolare il secondo), "Mars Attacks", "Ed Wood" e persino "Big Fish", anche animati come "La Sposa Cadavere", il recente "Frankeweenie" che mi fecero appassionare alla sua filmografia. Ma se dovessi fare l'esempio principale del film ideale, perfetto e ben delineato secondo le strutture burtoniane, ovviamente direi "Edward - Mani Di Forbice". Fu probabilmente uno di quei tanti film che mi riguardavo più di una volta al mese, ma specifichiamo il perché: l'arte e la poesia gotica, citata dallo stesso Burton, si rifà ad un'opera che già di per sé costituisce una favola. E sappiamo tutti che le favole, secondo lo schema naturale dei cartoni Disney e non con cui siamo abituati, devono SEMPRE finire bene, ma qui non si parla di essere alternativi. Senza essere estremamente cupi, la storia dimostra di avere una propria logica, ed essa può essere certamente nominata come la migliore opera di Burton. Vediamo, soprattutto l'intonazione tragica, tristemente cupa e impaurita del protagonista Edward, interpretato da Johnny Depp, che (non smetterò mai di dirlo) qui da vita a uno dei suoi ruoli meglio interpretati, se non il migliore della carriera. Etichettato come uno sconosciuto, é qui che si denota una certa repressione, che invoglia la trama a conoscere quello che é il nemico, seppur quest'ultimo accolga il protagonista come un forestiero. Sebbene la tematica dello straniero sembri passare inosservato, é di gran lunga importante e da non dimenticare quello che Edward, tramite i flashback, passa, specie nella morte del suo creatore, interpretato da un maestoso Vincent Price, che interpreta il suo penultimo ruolo prima della sua scomparsa. Il "via alle danze" parte con la conoscenza della famiglia di Kim (Wynona Rider), che risplende con una rara bellezza: personaggio straordinariamente riuscito bene quello della Rider, bellissimo nel suo naturale splendore. E una cosa da sottolineare é la particolarità del personaggio: é l'unica vera amica di Edward che tenta di difenderlo durante i pregiudizi e non solo, l'unica e la sola. I personaggi sono stereotipati con giusto carisma: il villaggio dove Edward si ritrova, cerca di sfruttare quest'ultimo per l'incredibile abilità delle forbici. Non a caso egli passerà alcune giornate a ritagliare i cespugli dei giardini dei vicini, quali continueranno a sfruttarlo solo per quella abilità. Ma la caratteristica della gente é proprio l'ingenuità: dove aver capito la vera natura di Edward, essa cerca di cacciarlo via, se non tentare di ucciderlo. Ed é qui che Burton si rivela per il maestro dell'arte gotica qual é: la padronanza dei personaggi, dei loro caratteri, risalta quella che é un eccellente storia, tranquillamente paragonata ad una favola, con la differenza del genere, molto inusuale nelle storie, in questo caso nei film. 

Potente.

9.

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