Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Il film di per sé è ben fatto, ma devo dire che lo stomaco mi si è contorto non poche volte. Il regista alterna quadretti quasi idilliaci a improvvise esplosioni di violenza, di odio, di crudeltà (su tutte il finale). Il mondo che ritrae, sia in generale che per i personaggi ancora non contamiati che lo popolano, è davvero infernale, al punto da suscitarmi dentro un vero disagio. Quanto all'epidemia, il discorso è interessante e con parecchi rimandi alla realtà. Gli esperimenti dagli esiti potenzialmente pericolosi in nome della scienza, gli animalisti fanatici che finiscono per non fare alcun bene e anzi un male immenso, e, su tutti, il discorso della violenza che si diffonde nella società, soprattutto a causa della tv. La rappresentazione della "rabbia umana" è in fondo il ritratto di molte persone oggi, solo portato all'estremo. Detto questo, devo precisare anche che certe scene di violenza si potevano evitare, come il tizio infetto tagliato a pezzi col macete. Anche la virata violenta del protagonista nel finale mi lascia un po' perplesso: prima ha scrupoli per aver ucciso quel ragazzino infetto, poi libera il soldato rabbioso e fa strage di tutti i militari. Anche questi fanno venire i brividi, soprattutto il loro capo, che prima fa il buono in modo eccessivo e sospetto (accarezza persino il ragazzo), poi si rivela essere solo un procacciatore di carne da piacere per i suoi commilitoni. Il mondo sembra essere un inferno assoluto, con solo una microscopica isoletta (la piccola comunità di loro tre), che è davvero una magra e ambigua consolazione. Insomma guardando altri film anti-utopia (Blade Runner, Brazil, 2022 i sopravissuti, ecc.) non ho provato le sensazioni di disgusto che ho avuto qui. PS Non sopporto il digitale, mi sembra di guardare una fiction (che comunque non guardo). Viva la pellicola!
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