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E.T. L'extraterrestre

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su E.T. L'extraterrestre

di callme Snake
4 stelle

Mi riesce difficile credere che in così tanti possano considerare E.T. un capolavoro. A me non riesce nemmeno di considerarlo un film sufficiente, al contrario. La furberia fantascientifica dello Spielberg post-1941-Allarme-a-Hollywood (tra i suoi pochi grandi film ed unico suo insuccesso al botteghino) crolla ad una analisi un poco più attenta. In genere in difesa (o meglio: in elogio) al film si mette al primo posto il fatto che sia un'opera sulla paura del diverso. Poi si aggiunge che è visto "ad altezza di bambino" e che rievoca la magia dell'infanzia e via dicendo, o che un po' di ottimismo al cinema ci vuole ogni tanto (vero, perchè no?). Il problema è che quello in E.T., come in molti altri giocattoloni spielberghiani, non è affatto ottimismo o purezza di sguardo, bensì il buonismo più ostentato, a-problematico e superficiale che si possa immaginare. Mi spiego meglio: tutto il discorso sull'accettare il diverso è vanificato dalla scelta di rendere E.T. un esserino adorabile e, tra le righe, molto antropomorfo. E.T. è il bambino che tutti vorrebbero avere, pronto al sacrificio in nome dell'amicizia, simpatico e buono. E allora mi dico io: dov'è lo sforzo per accettare e capire un diverso tanto amabile? diverso da chi, da cosa, visto che poi si comporta esattamente come i bambinetti buoni e perfetti del cinema di Spielberg? dov'è la diversità? La morale del film, spiattellata al pubblico e precotta in milioni di occasioni, si rivela dunque profondamente ipocrita. Spielberg ha una visione, almeno da E.T. in poi, manichea e incapace di affrontare con profondità i problemi che finge di sollevare. Tutto si conclude con un lieto fine forzato, tutto trova una soluzione perfetta e asettica, nessuna coscienza viene realmente smossa dal benessere ostentato che traspare da questo film-giocattolo. Anche i cattivi non possono turbare più di tanto (con grande furbizia Spielberg non li mostra nemmeno in viso, si veda la sequenza iniziale per esempio) mentre sull'altro fronte il caramelloso vince sempre. Un esempio dell'a-problematicità ipocrita di Spielberg (sulla sua caramellosità e sul suo buonismo non servono commenti, il film è sufficiente)? se per esempio ad inizio film alcuni bambini (in genere buoni in Spielberg) non credono al piccolo protagonista e si comportano da bulli, è certo che alla fine aiuteranno E.T a sfuggire ai cattivoni di turno. Nemmeno un dettaglio così insignificante (ma potenzialmente realistico nel descrivere un comportamento imperfetto ma perlomeno umano) può rimanere in sospeso: ed ecco allora la redenzione finale che risolve tutto. Mah, se voglio la fantasia e la magia io mi scelgo un Tim Burton o Starman, molto più onesti. Se voglio un film sul diverso scelgo Freaks e Elephant Man tutta la vita. Se voglio vedermi uno Spielberg punto su quello degli anni '70, sullo Squalo, su Duel, su 1941 (una splendida trilogia sulla paranoia, del singolo e della massa) o magari anche su Prova A Prendermi, recente eccezione che dimostra quanto talento Spielberg possa avere, anche senza vendersi e corrompersi al soldo (e alla lacrima) facile di quasi tutto il suo cinema.    p.s. nota di rammarico personale: La Cosa, uscito in contemporanea, non se l'è filato nessuno, critici compresi, E.T. ha sbancato il botteghino. Secondo me questo la dice lunga su come siamo. Dopotutto anche Hitler amava Walt Disney.

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