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Un lupo mannaro americano a Londra

Regia di John Landis vedi scheda film

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La recensione su Un lupo mannaro americano a Londra

di UnCinefilochiamatoDaniele
9 stelle

Fantastica incursione del geniale John Landis nel genere horror, dopo le commedie di grande successo "Animal House" e il capolavoro "The Blues Brothers".

Cosa scrivere oltre su questa acclamata pellicola? 

Innanzitutto, la sceneggiatura fu elaborata da Landis alla fine degli anni '60, durante le esperienze di lavoro sul set del film "Kelly's Heroes": assistendo per caso alla sepoltura del cadavere di un maniaco sessuale, cosparso di aglio secondo un'antica credenza popolare, il regista trasse lo spunto per le vicende di David, un giovane ragazzo americano, al quale, durante una vacanza in Inghilterra, un lupo mannaro uccide il migliore amico e trasforma lui in un nuovo lupo, pronto a spargere caos e morte per le strade di Londra. Dopo una lunga convalescenza, il ragazzo viene ospitato da una dolce infermiera, ma Jack, l'amico defunto, ricompare sotto le vesti di un non-morto e tenta di convincerlo ad uccidersi prima che sia troppo tardi; ovviamente David si rifiuta e saranno guai ...

Il regista di Chicago si è sempre contraddistinto per un uso sapiente della macchina da presa: senza strafare con numerose ed inutili inquadrature o movimenti di macchina fini a sé stessi, ma impostando l'inquadratura sempre al momento giusto (la regia che "c'è, ma non si vede" per citare Ernst Lubitsch); inoltre, egli possiede un grande senso del ritmo e il susseguirsi dei dialoghi e delle scene è quasi sempre di buon livello.

Landis, per primo, mescola sapientemente horror con commedia ed elementi brillanti: non pesa affatto passare, ad esempio, da uno scambio di battute grottesche tra due amici all'attacco furioso di un lupo mannaro! Come sorprende la straordinaria trasformazione in lupo mannaro, messa in scena con poche e giuste inquadrature, ottimo montaggio, la canzone "Blue Moon" in sottofondo che quasi "spezza" la sofferenza della sequenza rendendola ancor più strana e affascinante e sono da applaudire i grandiosi effeti speciali artigianali del maestro Rick Baker.

Si prova tensione per tutto il film, pur senza che la bestia venga mostrata per intero in camera; lo spettatore però ne avverte la presenza in più occasioni, specialmente durante gli omicidi che compie e del quale si odono i versi famelici e la rabbia distruttiva in sottofondo. Solo nel finale possiamo ammirarla in qualche fotogramma, ma a quel punto siamo talmente catturati dalla paura e dalla meraviglia che quasi non ci interessa più del lupo, quanto invece degli avvenimenti mostrati sullo schermo.

Il regista non dimentica la sua poetica critica e politica; il lupo mannaro (che assomiglia più ad un lupo a quattro zampe che ad un licantropo vero e proprio) è una metafora della trasformazione e maturità del protagonista, il quale appare dapprima come un gretto ragazzotto tipicamente americano, ma dopo i primi omicidi, egli, grazie anche all'amore per l'infermiera Alex Pryce, assume la consapevolezza delle sue azioni e del destino che lo attende.

Finale d'impatto e struggente.

Attori ben diretti e colonna sonora del maestro Elmer Bernstein di buon livello.

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