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Good bye Lenin!

Regia di Wolfgang Becker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Good bye Lenin!

di jonas
9 stelle

Com’è noto, il libro più corto che esista si intitola Storia completa dell’umorismo tedesco: i teutonici si impegnano, ma proprio non riescono a far ridere. All’inizio ci prova anche questo film, che parte come una commedia raccontando l’assurdo piano di un figlio amorevole (e straordinariamente somigliante a Tobey Maguire) che, per non procurare scosse emotive alla madre uscita dal coma, fa finta che la Germania Est esista ancora e prosperi. Ma poi alle situazioni comiche si affianca in sottotraccia un discorso politico serio: la consapevolezza che la riunificazione non è stata la terra promessa, la rabbia di sentirsi un territorio colonizzato dai vicini ricchi e potenti, l’orgoglio del proprio passato nazionale. Alex riscrive la storia pubblica (i tedeschi dell’Ovest che fuggono disgustati dal capitalismo!) e redime quella privata (un padre che in realtà non voleva abbandonare la sua famiglia): con la complicità di alcuni vecchietti, di un intraprendente ragazzotto che si crede Kubrick e di un ex eroe di regime finito a fare il tassista mette in scena una fantasmagoria che ha la sua commovente apoteosi alla vigilia del fatidico 3 ottobre 1990. La sua non è una pura e semplice restaurazione della DDR di Honecker, è la creazione ex novo di un paese che non è mai esistito ma in cui tante persone hanno creduto: “un mondo che, rifiutando il carrierismo sfrenato e la schiavitù del consumismo, metta nel dovuto risalto i più autentici valori dell’umanesimo”, come dice lo speaker del finto tg. Nemmeno Marx (Karl, non Groucho) avrebbe saputo esprimersi meglio.

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