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Good bye Lenin!

Regia di Wolfgang Becker vedi scheda film

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La recensione su Good bye Lenin!

di tricheco
8 stelle

L'utopia socialista è l'infanzia, l'infanzia è utopia come il socialismo. Ciascun fattore permette dunque una inedita comprensione dell'altro. Un film politico che è dunque intimo e personale, un film intimista che si fa dunque politico (trait d'union di queste due illusioni - e delle relative disillusioni - la figura da mitologia tanto infantile quanto socialista di un'astronauta finito poi a guidare taxi). Si narra - e bene - dell'angoscia del cambiamento, di chi non sa accettare un'ovvietà come il tempo che passa ed il mondo che cambia (il figlio, non sua sorella, ad esempio), di chi ha paura di sapere quello che in fondo già sa, e cioè che le aspirazioni più nobili sono semplificazioni utili tutt'al più ad imbellettare una vita che, con ben maggiore complessità, intreccia trame, menzogne, equivoci e finanche violenze, fino a conoscere la morte delle persone, delle cose, dei contesti. Così nella politica come nell'intimità, per l'appunto. Per tutto questo, un film a tratti comico, nel suo complesso profondamente (intelligentemente: non furbescamente) commovente. Appare quasi un pretesto, per il figlio, la malattia della madre, perché il vero malato di nostalgia, probabilmente, ed il vero illuso, verosimilmente, è lui stesso. Pure i temi della fine della Germania est e della riunificazione appaiono talora un pretesto, nel quadro d'una narrazione che coinvolge temi di ben più ampio respiro: insomma, chi ha orecchie per intendere, anche se non è tedesco, intende.

Sulla colonna sonora

Bella in sé ed utile ad orientare verso una lettura un po'più "intimista" del film

Cosa cambierei

La notizia della caduta del muro dovrebbe forse irrompere nel film con appena maggiore rumore. Certi accenni ai primi pruriti sessuali del protagonista restano sospesi, poco sviluppati: meritavano forse una migliore focheggiatura, che avrebbe consentito di cogliere meglio il parallelo di signficati tra sviluppo sessuale e della personalità e passaggio dal socialismo al capitalismo

Su Wolfgang Becker

Perché grigia e piatta? Equilibrata, sensibile, delicata: lievi rallentamenti talora, è vero, ma sono inezie.

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