Espandi menu
cerca
Mystic River

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

Recensioni

L'autore

sasso67

sasso67

Iscritto dal 6 dicembre 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 96
  • Post 64
  • Recensioni 4485
  • Playlist 42
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mystic River

di sasso67
8 stelle

Ma com'è bravo Clint Eastwood, ormai entrato nelle liste dei buoni dei cinefili, dopo i lunghi anni di perplessità suscitate dal ciclo dell'ispettore Callaghan e simili. A partire da Bird (1988), il regista californiano è diventato buono e bravo tanto che, non ne dubitiamo, desteranno simpatia le minacce rivolte a Michael Moore. Ed in effetti, tecnicamente non c'è molto da dire: Eastwood è ormai uno dei maggiori registi di Hollywood e lo conferma con questo Mystic River, nel quale il tema, al di là del sotteso pedofilo (merito a Clint di avere affrontato un tema così spinoso), è la difficoltà di esprimere il dolore. I tre amici protagonisti del film, tutti e tre, hanno subito o stanno subendo delle contrarietà dalla vita, non riuscendo ad esprimerne il dolore: Dave, seviziato da una coppia di pedofili da piccolo, è ormai un morto che cammina, mentre Jimmy non riesce nemmeno a piangere la morte dell'amata figlia Katie. Sean è diventato poliziotto e la moglie, che l'ha lasciato, gli fa delle telefonate mute.
La sceneggiatura tiene bene la suspence, ma è troppo programmatica nel suo sviluppo. Il problema principale di Eastwood è però, secondo me, di avere una cifra stilistica non riconoscibile, il che equivale - sto per dire una bestemmia - a una carenza di personalità. Se non si leggesse la firma in calce di Eastwood (che compone addirittura la colonna sonora!), non avrei mai detto che il regista fosse lui; avrebbe potuto essere un emulo un po' scialbo di Scorsese oppure il Robert De Niro di Bronx (1993), appena un po' più freddo. Insomma, si tratta di un buon prodotto mainstream, assolutamente non di un capolavoro. E se forse furono giuste le polemiche che videro contestare a Cannes il premio dato a Elephant (2003) di Gus Van Sant, non si vede perché il premio avrebbero dovuto darlo a questo romanzone d'appendice. Fra l'altro direi che il film dura almeno venti minuti di troppo: la telefonata della moglie di Sean in sottofinale è davvero stucchevole, mentre la parata finale rientra nel dejà-vu del cinema americano (come la processione di Santa Rosalia a Palermo).
La Palma d'oro a Cannes l'avrebbe invece meritata Sean Penn che in alcuni momenti è bravo quasi (ripeto: quasi) come il miglior De Niro. E comunque ha vinto l'Oscar nel 2004 (e il Golden Globe, più una serie di altri premi), consolandosi per la mancata vittoria in terra francese. Un altro Oscar è andato a Tim Robbins, perfino troppo ingrigito per l'interpretazione, buona, di Dave adulto. (16 gennaio 2005)

Su Tim Robbins

Eccellente.

Su Sean Penn

Eccezionale.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati