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Shaolin Soccer

Regia di Stephen Chow vedi scheda film

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La recensione su Shaolin Soccer

di JekSpacey
7 stelle

"Il kung-fu non è solo un'arte marziale per la difesa o il combattimento, lo pensano tutti ma è un grave errore. L'essenza del kung-fu è un'altra cosa: è un vero e proprio stile di vita, e io voglio dimostrare al mondo come il kung-fu può migliorare la vita di tutti i giorni" (Gamba d’acciaio interpretato da Stephen Chow: attore protagonista e regista del film).

 

 

È quanto mai inutile e prolisso parlare dell’essenza comica di questo piccolo gioiello diretto e interpretato dal talentuoso Stephen Chow, dato che, essendo passati 15 anni dalla sua uscita nelle sale, ne hanno praticamente parlato tutti, chi decantandolo come portatore di una nuova ondata comica, chi distruggendolo per via del suo sapore fin troppo grottesco. Tuttavia, il grottesco sarà proprio l’elemento caratterizzante dei successivi film di Stephen Chow, e ne diventerà nientepopodimeno che il marchio di fabbrica.
Ma, al di là della dinamica grottesca cui questo film aderisce, mista ad un ricercato senso comico, sembra che nessuno si sia mai soffermato sul tema principale su cui Chow voleva far riflettere: l’importanza della pratica delle arti marziali nella società contemporanea. Eppure la citazione da me riportata sopra lo dice a chiare lettere: “il kung-fu può migliorare la vita di tutti i giorni”.
Dietro l’alto tasso di intrattenimento e la bizzarria dei personaggi si nasconde, quindi, un importante inno al miglioramento della nostra vita attraverso la pratica non di uno sport qualsiasi, ma di una disciplina seria che entra a far parte di ogni nostro piccolo gesto quotidiano, di un vero e proprio stile di vita.
Questa decantazione della filosofia marziale avviene attraverso l’esplorazione del mondo del calcio, uno sport dove il legame tra mente e corpo risulta pressoché inibito, e le sue potenzialità di catalizzazione non possono che derivare dall’applicazione della teoria Shaolin.
Ovviamente si tratta di una concezione iperbolica e arrogante, ma assolutamente divertente se si tiene conto dei risultati comici ottenuti da Chow. Inoltre, ciò che nell’esagerazione Chow ha voluto fare è stato: prendere uno degli aspetti della nostra vita che più ci accomunano, una passione sportiva condivisa da quasi tutti noi, e dimostrare come con l’applicazione dello Shaolin si possano raggiungere risultati incredibili. Questo non perché, come si crede banalmente, lo Shaolin sia una disciplina che insegna esclusivamente a combattere, ma perché aiuta a liberare la mente e lo spirito dal peso della vita quotidiana, e ciò non può che giovare soprattutto a livello fisico.
Nel film si nasconde anche una forte critica alla pratica del doping: il simbolo del totale fallimento della preparazione atletica di uno sportivo, nonché la sua macchinazione totale. E cosa è l’Infamitas United se non una squadra di macchine, di robots che, sì, tirano calci potentissimi e compiono acrobazie spettacolari, ma che hanno perso la vera essenza dello sport: il divertimento e la passione. 

 

 



Tra i film di Chow, “Shaolin Soccer” è probabilmente quello di maggior successo commerciale, e non poteva essere altrimenti considerato il tema da lui affrontato.
Inoltre è anche uno dei pochi ad essere stato doppiato (o rovinato, tanto è la stessa cosa in questo caso) in italiano. Il doppiaggio italiano merita, infatti, un discorso a parte, considerato il disastro combinato dall’unione, assolutamente senza senso e totalmente fuori luogo, degli idiomi di alcune regioni italiane, nonché dalla cospicua partecipazione di calciatori senza alcuna esperienza nel “campo”. Stessa operazione da sberle è stata compiuta per un film ancor più bello: “Kung fusion”, che andrebbe visto esclusivamente in lingua originale.
L’intento era probabilmente quello di massimizzare il livello di comicità, ma si è rivelato solamente un tentativo ingenuo compiuto da gente assolutamente inesperta.
Al di là di tutto ciò, il film intrattiene al massimo, grazie ad una comicità leggera, ma fresca e non banale, e conseguentemente ad un ritmo che ingloba perfettamente i tempi comici delineati nella sceneggiatura e messi in scena con grande verve dagli attori.
VOTO 7

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