Regia di David Lynch vedi scheda film
Visionario ed entusiasmante affresco di un’epopea spaziale senza tempo, in bilico tra un film di “cappa e spada” e “Star Wars”. Spesso aspramente criticato è un film dalle elevatissime potenzialità. E’ come se, all’interno dello svolgersi della sua narrazione, si condensassero i migliori romanzi di fantascienza di tutti i tempi.
L’intricata trama appare come un pretesto per lasciare libero sfogo al talento visionario di David Lynch; memorabili anche i “vermoni” creati da Carlo Rambaldi.
Come dicevo poch’anzi, sembra essere una pellicola che sfugge alle classificazioni di genere: ci sono numerosi elementi tipici di vari generi, dalla fantascienza all’horror (non tralasciando alcuni richiami visivi ai B-movie di fantascienza degli ani ‘50), senza tralasciare ambientazioni di taglio nettamente grottesco in un contesto che fa ripensare al primo espressionismo tedesco nella forte contrapposizione tra luce e ombra di alcune sequenze.
Un cast di tutto rispetto (Patrik Stewart, Max Von Sydow, Sean Young, Dean Stockwell, per citare solo alcuni dei nomi più in vista) da vita a personaggi fortemente caratterizzati, sia psicologicamente che visivamente.
Un’eleganza precisa e ambiziosa echeggia per tutto il film, dalle monumentali e complesse scenografie alla scelta delle inquadrature, millimetricamente organizzate, apparentemente mai casuali.
Una sola visone non basta: ad ogni nuova “immedesimazione” corrisponde una serie di altrettanto nuove emozioni; Dune è un film che chiede di essere visto e rivisto.
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