Espandi menu
cerca
Io non ho paura

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

Recensioni

L'autore

lamettrie

lamettrie

Iscritto dal 20 giugno 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 6
  • Post -
  • Recensioni 604
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Io non ho paura

di lamettrie
9 stelle

Un film immancabile per un italiano. Il romanzo di Ammaniti è stupendo; e, caso più che raro, è stupendo anche il film di Salvatores, che riesce a non sfigurare affatto al cospetto, anzi.

Il film è straordinario proprio per come riesce a rendere la visuale dei bambini rispetto a quella degli adulti: non ancora corrotta quella dei bambini, che riescono ancora  credere in valori morali opportuni; decisamente inqualificabile e corrotta, ai limiti dell’osceno e senza dubbio colpevole di una criminalità consapevole, quella degli adulti. Qui si parla del sud, e della aderenza alle varie mafie che lì conservano ancora tutto integro il potere: è pur vero che gli adulti criminali, e gli adulti colpevolmente complici dei criminali, forse sono stati a loro volta dei bambini candidi e coraggiosi come quelli del film. Chi li ha corrotti? Molto probabilmente sono stati corrotti da due cose: dalla loro decisione, che non ha tenuto conto delle emozioni che hanno più peso dal punto di vista morale (come la felicità nel contribuire alla felicità altrui, e l’evitare la tristezza che deriva dal contribuire al male altrui), e tale decisione è imputabile solo a loro, e come colpa, senza particolari attenuanti; e l’altra cosa è l’ambiente, a sua volta corrotto, che ha fatto capire a tutti come fosse molto più conveniente essere criminali che altro (qui famiglia, parenti, amici, scuola e istituzioni hanno dato probabilmente il loro pessimo contributo, come tante volte è successo, anche se non sempre, e come infatti non doveva accadere).

È uno dei migliori film sulle mafie: proprio perché mostra la svolta, ovvero il possibile cambiamento in positivo che va appunto a cambiare il refrain negativo che sinora sì è imposto a causa della libera, rivoltante e colpevole viltà che si è poco fa analizzata. La felicità individuale, qui incarnata dai quei bambini che l’hanno consapevolmente ricercata e che non permetteva di accettare l’infelicità di altri innocenti, è stata l’unica molla che ha permesso la giusta e assolutamente necessaria punizione dei colpevoli, indipendentemente dal fatto che tali colpevoli fossero ricchi o candidati ad essere ricchi, oppure no.

Il messaggio del film sta proprio in questo: alla fine, sono i valori morali di ciascuno che permettono la continuità nella legalità, oppure no. E ciascuno è libero in ciò; eppure ne è anche condizionato, nel senso che più facilmente lotta per valori morali seri, sopportando tutte le conseguenze di tali scelte, quanto più vi è stato educato. E quindi convengono a tutti due cose: avere valori morali buoni; educare gli altri ad averne altrettanto (dato che in tal senso l’educazione ha così tanta influenza).

Detto questo, il film è splendido anche per motivi che sono diversi dalla sceneggiatura che è favolosa e che dipende da un romanzo stupendo come quello di Ammaniti, che è così chiaro nel rendere la quotidianità dei personaggi, e la loro profondità, sia in negativo che in positivo, il tutto con eccezionale realismo. Tali altri aspetti sono una regia perfetta, una fotografia e delle scene altrettanto impeccabili; e un recitazione ineccepibile da parte di tutto il cast. I bambini sono eccellenti nel rendere appunto l’immaginario dei bambini; gli adulti fanno quasi tutti schifo e gli attori lì sono tutti bravissimi nel fare così schifo dal punto di vista umano, come la parte richiede. Un sud splendido agli occhi, a rendere ancora resistente una speranza che invece sembrerebbe quasi totalmente sepolta, tanti sono i segnali reali di tal genere.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati