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Io non ho paura

Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film

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La recensione su Io non ho paura

di scapigliato
8 stelle

Salvatores è sempre stato il mio regista italiano preferito – insieme a Verdone – e questo film ne è la conferma. È una vera dichiarazione d'amore al cinema. All'arte del racconto. Alla libertà e al sogno. Noi tutti, siamo un po' quel Michelino Amitrano che si stupisce di fronte a tutto, con innocenza infantile. Perché è così che ci succede quando andiamo al cinema, quando leggiamo un libro, ascoltiamo della musica o guardiamo dei quadri. Ci capita di essere rapiti da alcune suggestioni, da emozioni che solo un'opera artistica, un'espressione creativa, possono darci. Salvatores cambia radicalmente la mano, e alla frenesia, ai mix, al multiforme, dei suoi lavori precedenti, ci mette le carezze. L'immagine accarezza continuamente attori, paesaggi, dettagli e anche noi ci sentiamo coccolati in quella torrida estate del '78.

Io non ho paura non vuole insegnare nulla, ne arrabbiarsi con nessuno, tantomeno denunciare qualcosa. Racconta. È un film che ci racconta che sogniamo, che respiriamo, che cerchiamo la luce, che viviamo. Il piccolo Michelino Amitrano sogna a voce alta e si inventa delle storie di cui è il protagonista; scrive di notte racconti nati dalla sua fantasia e mescolati con ciò che lui vede. Michelino sogna e vuole liberarsi al sogno, mentre i grandi sbagliano. Si oscurano. Si uccidono. Michelino sogna. Va in un buco a prendere un altro bambino e lo porta alla luce. Lo porta al sogno. Lo porta in mezzo al grano dorato, sotto un cielo azzurrissimo che ci fa piangere se pensiamo ai ricordi legati alle nostre estati. E così, anche il piccolo Filippo sogna.

Si dice che Salvatores dopo l’Oscar per Mediterraneo deve ancora dimostrare molto, per me no. I suoi titoli sono tutti memorabili e trattano sempre le stesse tematiche perché sono la spinta propulsiva dell’autorialità del regista: la filosofia del viaggio, della fuga, degli spazi aperti e del nostro librarci in loro; l’adolescenza, la virata in commedia della vita.

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