Regia di Spike Lee vedi scheda film
Maturata, la regia di Spike Lee si fa coraggiosa e sperimenta usando la tecnica del videoclip, sia nelle riprese che nel montaggio, che nella fotografia, e crea assieme al resto un grandissimo film, impregnato di sentimento: da quello che ne deriva dal rapporto coi singoli, con la città, il Paese, la gente che ci abità. Così, metaforicamente, la discussione su Montgomery tra i due amici davanti ad una finestra che dà sulle macerie delle Torri Gemelle diventa una spietata e sincera dichiarazione del regista alla Sua America, così un viaggio verso il carcere diviene un amaro e rancoroso (ma fantasticamente malinconico poetico) sogno perduto. Spike Lee oltre che approfondire il personaggio principale, tanto da farci immergere nel suo stesso stato psicologico ed emotivo, riesce magistralmente ad approfondire anche quelli che gli ruotano attorno. Meravigliose sequenze, da quella iniziale alla festa di addio, a quella nel cesso dei vaffanculo, ai flashback. Un film immenso, intenso, bellissimo, con un Norton eccezionale supportato da altre grandi recitazioni, da Hoffman alla Paquin. Sicuramente uno dei più bei film della scorsa stagione.
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