Inspiegabilmente uno dei film più criticati di Scorsese, Gangs of New York è un magnifico affresco storico che mostra come l'America abbia posato le proprie radici sul sangue. L'ipocrisia del mezzo democratico, usato come espediente per aggiudicarsi potere e rispetto, viene sbeffeggiato da Scorsese in questa New York più volte presentata con toni farseschi, fra elettori portati più volte a votare (Sic!) e battaglie fra vigili del fuoco di diverso quartiere. Non è una trama perfetta quella del film, un insieme di tante sequenze sfilacciate che accompagnano il nucleo centrale della storia, concetrandosi prima sulla follia della guerra, poi sull'azione poco ortodossa e poco "giusta" della giustizia, poi sull'eterna lotta di classe fra ricchi e poveri ma ancor di più fra poveri che si uccidono come animali con altri poveri. Quest'epopea sanguigna, sessuale ma dai toni violentemente realistici è diretta con evidente passione e coinvolgimento da Scorsese, il quale sforò il budget e rimase sul set con un drappello di collaboratori pur di terminare il film che intendeva realizzare da una vita. La lentezza di cui alcuni accusano il film non mi è mai apparsa dato che le quasi tre ore volano via ogni volta io lo guardi, ma probabilmente è un "problema" personale. La brutalità dell'America che Scorsese dipinge è uno scomodo affresco allegorico della stessa America odierna (in particolare quella di Bush parallela all'uscita del film), che mostra come la borghesia, per definizione quindi conservatrice, arriverá ad usare ogni mezzo per evitare che il popolo prenda coscienza della propria forza, continuando a sopravvivere impunita nel corso dei secoli, ergendo nuove storie di conquista su sanguinosi massacri. Non meraviglia quindi la fredda accoglienza critica di questo film visivamente sbalorditivo e pieno di riferimenti cinematografici, pregno di scene memorabili, arricchito da un montaggio talvolta classico talvolta sperimentale di Thelma Schoonmaker che dona ancor più epica alle sequenze, e grandi interpretazioni di attori in un'America di viscere e polvere persa nel vento.
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