Regia di Doug Lefler vedi scheda film
Il seguito di Dragonheart non rende molto onore al suo predecessore; è un film fatto con poco nella speranza di raggranellare qualche soldo in più. La pellicola vuole rivolgersi a un pubblico infantile, per questo usa toni apparentemente soft: le scene di combattimento pur non lesinando nelle uccisioni, sono stranamente incolori, insomma non c'è sangue. E' il solito vizio delle produzioni commerciali di questo tipo, negare la morte pur negandone gli effetti più scabrosi. E' anche vero che probabilmente il film aveva un budget risicatissimo, ma questa non è una buona scusante, visto che il primo episodio era decisamente più onesto.
I personaggi ricalcano in parte quelli del film precedente, pur con qualche interessante variante, stavolta drago e cavaliere son di fatto due adolescenti, ingenui e facili alle lusinghe. Al posto di Bowen, abbiamo un nuono cavaliere/tutore questa volta dall'animo malvagio (e si scoprirà poi il perché). Curioso il personaggio del re, istupidito dalle "medicine" dell'infido cavaliere. L'aggiunta di personaggi orientali sembra più che altro una trovata per agiungere un pizzico di arti marziali (e paradossalmente sono forse i momenti più riusciti del film). Purtroppo le caratterizzazioni sono state sviluppate in modo banale. Pur con una piccola sorpresa nel pre-finale, la conclusione è davvero scontata.
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