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Alien

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Alien

di port cros
10 stelle

Anche alla terza o quarta visione il capolavoro di Ridley Scott mantiene inalterata la sua capacità di  ipnotizzarmi e terrorizzarmi. Alien è un film che non può essere semplicemente inquadrato nel genere "fantascienza", dato che lo si può considerare come un capolavoro del thriller, oltre che ovviamente dell’horror: invece di farci viaggiare nell'immensità dello spazio infinito, il film ci rinchiude nell'atmosfera claustrofobica dell'astronave Nostromo, che si tramuta in una trappola per il suo equipaggio, scavando nell’inconscio dello spettatore alla ricerca delle sue angosce più recondite.

 La paura non è tanto causata dall'apparizione del mostro, ma dalla atmosfera di tensione che Ridley Scott riesce a creare, dall'aspettativa che la creatura, che si mimetizza perfettamente tra i tubi dell’astronave, sbuchi fuori da un momento all'altro quando meno ce l'aspettiamo. L'angoscia generata dal film sta proprio nel disperato girovagare dell'equipaggio tra i claustrofobici labirinti della Nostromo, in cerca di un'impossibile salvezza e nel senso di impotenza degli umani di fronte al mostro terribilmente perfetto, a cui cercano di dare la caccia nei cunicoli di areazione, diventandone però le prede.

Magistrale il modo in cui come Ridley Scott fa crescere la tensione nel corso del film, attraverso movimenti di camera mozzafiato ed un uso sapiente dell’alternarsi di luce e buio. 

 

 

 

La creatura da incubo disegnata, come lo strabiliante relitto di una nave aliena da cui proviene, dall'artista surrealista Hans Rudi Geiger, morto pochi mesi fa, e diventata nel corso degli anni una vera e propria icona, è un mostro più spaventoso di tutti gli altri visti al cinema, anche perché la sua assenza di volto lo rende totalmente privo di emozioni, totalmente inintellegibile per le sue vittime. In lui non c’è nulla di umano, è veramente un “alieno”.  Il mostro di Alien rappresenta le nostre angosce più profonde e inconsce: la contaminazione di un parassita mostruoso che entra dentro di noi, si impossessa dei nostri corpi e ci usa per introdursi all'interno del nostro ambiente, per poi sbucarne fuori all'improvviso, distruggendo l'involucro umano che ha cinicamente sfruttato.  Così la minaccia aliena arriva non dall’esterno ma dall’interno, e “nasce” dal ventre di un essere umano, con una terrificante allusione alla maternità. 

 

 

L’altra protagonista del film è ovviamente l'ufficiale in seconda Ripley, che man mano che i suoi colleghi vengono sterminati assume un ruolo sempre più centrale nel film, e, in quanto prima eroina protagonista femminile di un film di fantascienza, ribalta i ruoli di genere fino ad allora consolidati. Lei avrebbe preso la decisione più saggia, quella di non fare entrare il collega contaminato nell'astronave, lei pare l'unica a possedere un istinto di sopravvivenza pari a quello del mostro. Il suo mix di forza e vulnerabilità, resistenza cocciuta e disperazione sono elementi fondamentali per suscitare l’empatia e l’identificazione degli spettatori nella sua lotta all’ultimo sangue con il mostro che non lascia tregua. Per Ripley siamo sempre col cuore in gola: quando nel momento di massima disperazione si preoccupa di salvare il gatto, quando cerca disperatamente di disattivare il meccanismo di autodistruzione della Nostromo, quando , seminuda e vulnerabile, scivola in una tuta spaziale come in un'armatura. 

 

 

 

Una geniale intuizione degli sceneggiatori è quella del gatto, che si nasconde nei recessi nella nave confondendosi col mostro e scompare nel momento momento meno opportuno in cui c’è urgenza di fuggire dalla nave, aumentando le occasioni di suspence e tensione (interessante notare che, tra tutte le creature che si troveranno faccia a faccia col mostro, il gatto è l’unica che Alien  non cercherà di uccidere).

 

 

Da notare anche l’ambiguo ruolo di Mother, il computer che governa la nave, che come HAL in  "2001 Odiessea nello spazio" invece di essere di supporto agli umani ne diventa padrone e antagonista ed usa il suo potere contro di loro, cinicamente disposta a sacrificare l'equipaggio per portare sulla Terra l’eccezionale creatura.

 

Personalmente considero questo capolavoro un film concluso in se stesso, e non come il capostipite di una serie, dato che i successivi capitoli, più classicamente appartenenti al genere “science fiction” o addirittura “azione”, li ho trovati meno inquietanti e interessanti.

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