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Bara con vista

Regia di Nick Hurran vedi scheda film

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La recensione su Bara con vista

di Decks
6 stelle

Cosa sarebbe successo se Fred Astaire fosse stato affetto da una goffa timidezza e Ginger Rogers avesse sposato un rozzo sindaco di uno sperduto paesino del Galles?

Da questa visione grottescamente irriverente, Nick Hurran ci risponde con una classica commedia inglese, avente un cast semplicemente strepitoso.

 

Nel paesino di Wrottin Powys tutto procede nella norma se non per un piccolo particolare: la forte rivalità tra due imprese di pompe funebri; una tipica e una che crede fiduciosamente nel post-modernismo e negli effetti speciali.

Negli uffici della prima svolge il suo lavoro Boris Plotz: un uomo con tanti rimpianti e che fin dall'infanzia è innamorato di Betty Rhys-Jones. Passati molti anni, sembra impossibile per i due quarantenni sperare di cambiare le loro misere esistenze, eppure non è mai troppo tardi per questi due duri steli di gramigna, che come farà notare il piccolo e povero Willie, è ingiusto chiamare erbacce solo per sentito dire.

 

"Chi decide che sono erbacce? C'è una bella pianta piena di tanti bei fiori, poi arriva qualcuno e la chiama "erbaccia" e io la devo sradicare? Questo non mi sembra giusto"

 

Tra situazioni di umorismo nero (che comunque è molto leggero) e legittima misantropia, viene dato anche spazio per riflettere senza troppo impegno: il matrimonio di convenienza. Un'unione colma di menzogne e segreti disdicevoli, che riduce una povera donna desiderosa di amore ad una sottomessa, schiava delle convenzioni sociali; su tutti, però, vi è la piega che sta prendendo la nostra comunità, così desiderosa dello spettacolo e completamente abbindolata dalle mode che non rispetta più i morti. Il risultato sono dei funerali, non più estremo saluto per il defunto, ma ridicole e deformi messinscene.

 

 

Grazie ad uno script semplice, ma per nulla banale, Frederick Ponzlov crea situazioni divertenti che posseggono un'ironia composta, trascinando il pubblico in delle svolte imprevedibili.

La finta sepoltura e il finale orrorifico sono due tocchi di classe, che, oltre a rendere gradevole l'intero sviluppo, fanno letteralmente sconquassare dalle risate, sia per l'ottimo utilizzo delle scenografie, sia per le situazioni surreali.

Non fosse per gli attori, comunque, il film non sarebbe certo stato sopra la media: da soli, tramite buffe intonazioni e dei volutamente esagerati siparietti, danno qualcosa in più all'intero lungometraggio. Basti pensare a Christopher Walken: senz'altro il migliore, grazie alla sua scenica acconciatura e alle sue continue stravaganze; il suo labiale e le scenette (quali il funerale di Star Trek) bastano a renderlo immenso e persino migliore dei protagonisti. Alfred Molina e Brenda Blethyn interpretano molto bene la parte, rispettivamente, del becchino con i tipici tratti fisiognomici del rapace, dall'espressione costantemente solcata da un velo di tristezza; e della moglie succube e riguardevole verso tutti, riservata e tipicamente british. Si muovono bene sul set, ma al contatto con Walken non possono far altro che accontentarsi di essere dei secondari.

Da ricordare anche Naomi Watts che nella parte dell'amante possessiva non solo funziona, ma è allo stesso tempo sexy e isterica; la tipica segretaria volgarotta che i tronfi uomini sotto, sotto bramano.

 

 

Di certo non è una commedia unica nel suo genere: la risata sorge sicuramente spontanea, ma tolta qualche ottima idea la pellicola si dimostra essere molto convenzionale; per di più l'aspetto cinico, che sembrava dover essere costantemente presente, è a malapena accennato, lasciando invece scoperta una debole e scomoda parte buonista.

Più di una volta ci si sente delusi dal suo aspetto fintamente aspro, e, una volta concluso, ci si sente un po' insoddisfatti e amareggiati dall'ora e mezzo appena trascorsa, che risulta simpatica, ma la struttura portante non regge troppo bene.

Se però c'è davvero un aspetto negativo insormontabile è la regia di Hurran, che gira veramente male, compiendo dei veri errori da dilettante: i più vistosi sono l'assenza della profondità di campo e a tratti l'immagine è priva della definizione cromatica; la videocamera scimmiotta malamente quelle del ben più convincente "Quattro matrimoni e un funerale", senza la minima professionalità o cura per la macchina da presa, che ormai al suo quarto film, Hurran dovrebbe aver appreso. Davvero riprovevole.

 

Una commedia divertente. Poggia su alcune ottime ispirazioni di sceneggiatura e dei caratteristi d'eccezione.

Mai didascalico e pesante è perfetto per una serata senza pretese, allieterà malgrado i grossolani errori di regia e una trama che ostenta i buoni sentimenti e procede a tentoni.

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