Espandi menu
cerca
Expect the Unexpected

Regia di Patrick Yau vedi scheda film

Recensioni

L'autore

joseba

joseba

Iscritto dall'11 maggio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 55
  • Post -
  • Recensioni 311
  • Playlist 95
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Expect the Unexpected

di joseba
8 stelle

Una banda di criminali da strapazzo tenta un colpo in una gioielleria senza riuscire a trafugare neanche un grammo d'oro. Durante la fuga, il più imbranato di loro si rifugia in un edificio che ospita il covo di una sanguinosissima gang. Segue scontro a fuoco. Comandato da Ken (Simon Yam) e Sam (Lau Ching-Wan), entrambi infatuati di Mandy (Ruby Wong), il distretto di polizia si mette sulle tracce dei gangster, che nel frattempo seminano sangue e terrore per le strade di Hong Kong.



Prodotto dalla Milkyway Image, la celebre fucina hongkonghese creata da Johnnie To e Wai Ka-fai nella seconda metà degli anni '90, "Expect the Unexpected" è un noir metropolitano con leggere venature sentimentali diretto da Patrick Yau. La paternità del film è assai discussa, dal momento che il contributo di To sembra superare ampiamente il ruolo di produttore per configurarsi come vero e proprio grande burattinaio. Al di là dell'attribuzione univoca, è indiscutibile il "milkyway touch" che contraddistingue il film: sceneggiatura ricca di imprevisti e colpi di scena, ambientazione freneticamente urbana, alternanza e commistione dei registri narrativi (soprattutto action e romantic comedy). Di fatto il film, dopo aver indovinato una lunga sequenza iniziale tra il caciarone e l'esplosivo, bamboleggia per più di un'ora ciondolando tra siparietti sentimentali (con Simon Yam e Lau Ching-Wan che si contendono amabilmente Ruby Wong), ricerche infruttuose e scontri a fuoco di medio cabotaggio. Poi l'apocalisse: cinque minuti che dilaniano con metallica antispettacolarità tutto ciò che abbiamo visto fino a quel momento. Una carneficina agghiacciante, secca, allucinante. Spari che si conficcano nella carne con tonfi sordi, proiettili che crivellano le lamiere senza traiettorie coreografiche, inquadrature asciutte e rigorose come un Carpenter incanaglito da Friedkin: un vero e proprio "antiheroic bloodshed" che annichilisce il romanticismo del noir hongkonghese di wooiana memoria. Da qui si riparte. Da zero.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati