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Lilja 4-ever

Regia di Lukas Moodysson vedi scheda film

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La recensione su Lilja 4-ever

di maurizio73
7 stelle

Abbandonata dalla madre, partita insieme al fidanzato per gli Stati Uniti, la sedicenne Lilja rimane da sola nella piccola cittadina estone sul baltico dove è sempre vissuta. In condizioni di totale indigenza economica e la sola compagnia del piccolo Volodja, anch'esso ripudiato dalla famiglia, decide di vendere il proprio corpo per riuscire a sopravvivere, finchè non fa la conoscenza di un giovane ragazzo che la convince a partire insieme a lui per la Svezia, promettendole un lavoro sicuro. Le sue speranze di libertà e benessere nel civilissimo paese scandinavo però, si riveleranno ben presto come l'ennesima, dolorosa menzogna con cui dovrà fare duramente i conti.

 

Lilja 4-ever (2002): Locandina

 

Dopo l'exploit, premiato a Berlino, sulle difficili relazioni sentimentali di adolescenti in amore nella Svezia dei pregiudizi omofobici in 'Fucking Amal', Lukas Moodysson continua la sua indagine sul disagio giovanile e l'indifferenza istituzionale all'inizio del terzo millennio, trasferendo l'azione e l'attenzione al degrado economico e sociale del paesaggio urbano e delle macerie postindustriali nell'ex colonia sovietica sul Baltico, già fiorente centro di un'industria bellica spazzata via dalle inevitabili rivoluzioni della Storia più recente. Ispirato alla storia vera della giovane Danguol Rasalait,  Moodysson prosegue un percorso autoriale all'insegna di un documentarismo melodrammatico che guarda tanto alla lezione del Dogma95 di Von Trier&Vinterberg quanto ad una personale declinazione del racconto di formazione in salsa pop, mescolando l'ironia del teen-movie europeo con il disincanto di un realismo sociale che non sembra fare sconti a nessuno.

 

 

 

Girato in russo e svedese e ambientato nelle originali location estoni e scandinave, la cruda esemplarità di una storia di abbandono e sfruttamento sono mitigate da un'attenzione tenera e delicata verso il mondo di un'adolescenza divisa tra l'ingenuità della speranza e le strenua resistenza verso l'ostilità del mondo (la famiglia, le istituzioni, la società), laddove una giovane protagonista femminile (una meravigliosa Oksana Akin'šina al suo debutto internazionale) viene tallonata nel suo personale percorso di passione e di (mancato) riscatto dalla desolazione e dal degrado della natia Estonia alle speranze tradite di una sfortunata trasferta nella 'civilissima' Svezia, lungo le nuove e insospettabili traiettorie di una moderna schiavitù sessuale. Non privo di accenti lirici che sanno indagare sulla natura e il candore di tenerezze infantili e che si risolvono nelle trovate di un'allegoria onirica che sospende il finale nel limbo di uno struggente realismo, Moodysson sembra calcare più del film precedente la mano sugli aspetti meno concilianti del suo discorso politico, mantenendo tuttavia la leggerezza di un registro ben orchestrato dalle contaminazioni musicali che spaziano dalle partiture classiche alla dance music.

 

Lilja 4-ever (2002): Oksana Akinshina e Artyom Bogucharsky

 

Lilja 4-ever (2002): Una scena del film

 

Lilja 4-ever (2002): Oksana Akinshina e Artyom Bogucharsky

 

Menzione d'onore ai due giovani protagonisti e Premio FIPRESCI a Lukas Moodysson per le delicate e importanti tematiche trattate.

 

 

 

 

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