La trentenne Rinko Tatsumi lavora come consulente telefonica a una linea di emergenza di un centro di igiene mentale, suo marito Shigehiko è un importante uomo d'affari. Anche se i due non hanno rapporti sessuali da tempo e non dividono lo stesso letto, la loro vita di coppia procede tranquilla: almeno finché Rinko non viene ricattata da un misterioso individuo, che le invia foto che la ritraggono dedita ad atti di onanismo e le rivela di conoscere episodi segreti del suo passato. Intanto, lo stesso ricattatore trascina Shigehiko in un club di spettacoli porno. Chi è l'uomo che si è inserito nel loro rapporto?
Note
Una pellicola sulla malattia dell'uomo e sul corrispondente cancro della modernità, ma soprattutto un chirurgico e sincero invito a prendere possesso della propria carne: inteso come consapevolezza, coscienza di corpi (e di esistenze) segnati da cicatrici, mancanze e distruzioni; anzi, maggiormente per questo motivo. Ecco perché _A Snake of June_ è un film d'amore: non tanto per i sentimenti tragici e quasi catastrofici che corrono tra i tre personaggi, quanto per la propensione di Tsukamoto verso un'espressione capace di trovare nel pessimismo cosmico uno spiraglio di sopravvivenza, magari attraverso l'ossessione sessuale e dello sguardo.
Un ricatto subdolo costringe la giovane psicologa a venir coinvolta in situazioni estremamente imbarazzanti, almeno per il carattere schivo e timido che l'ha sempre contraddistinta. Dove vuole arrivare il maniaco? Sarà davvero tutto bello e corretto quello che rientra nella sfera privata, apparentemente irreprensibile, della giovane donna?
Un film sul voyeurismo/esibizionismo come parte malata e nascosta (il tumore al seno della protagonista ne è la metafora) della vita di relazione. Fotografico, estremo e conturbante.
Un pastrugno riscattato da due o tre scene d'antologia. Tsukamoto ha talento, ma qui non riesce a convogliarlo in una narrazione organica. Un filino sensazionalista nella forma e piuttosto confuso nei contenuti.
Un film non facile, ma sicuramente interessante. La scena di autoerotismo sotto la pioggia battente è sicuramente di grande impatto, ed in un'altra emerge l'acciaio di Tetsuo.
Rinko Tatsumi (Asuka Kurosawa) è una trentenne che lavora come consulente in un istituto di igiene mentale e scopre di avere un carcinoma mammario. É sposata con Shigeniko (Yüji Kôtari), un importante uomo d'affari ossessionato dal lavoro e dalla pulizia. La loro vita matrimoniale procede tranquilla anche se non fanno sesso da tempo e dormono in letti separati.… leggi tutto
Un impianto visivo di cocente bellezza messo banalmente al servizio dell'illustrazione di un'idea. Il superbo bianco e nero virato in blu, lo strabiliante talento regisitico di Tsukamoto, la totale padronanza del linguaggio filmico vengono sacrificati da un trattamento grossolanamente dimostrativo della materia narrativa. Si ha l'impressione che l'autarchico cineasta giapponese non indietreggi… leggi tutto
rokugatsu no hebi è il film più erotico di shi'nya tsukamoto.eppure questo sesso,questa carne,questa conginuzione-coito-mutazione c'è realmente voluta soltanto nel finale.un film errante,che si cerca nei particolari infinitesimi e nelle forze oscure,nei blu damascati del bianco nero,e nelle ellissi geniali,negli spunti onirico-visionari,nelle ossessioni psicologiche.ma non è un… leggi tutto
"A Snake of June" diretto nel 2002 da Shinya Tsukamoto,devo dire che è un gioiello. La storia si svolge in Giappone a Giugno,stagione delle grandi piogge, e racconta che la bella trentenne Rinko Tatsumi lavora come consulente telefonica a una linea di emergenza di un centro di igiene mentale,invece suo marito Shigehiko è un importante uomo d'affari. Anche se i due…
Inquietante, perverso e bizzarro, il giapponese e inquietantemente erotico A Snake of June è un film di Shinya Tsukamoto, il regista di Tetsuo: The Iron Man (1989), che è uno dei più orribili, sfondati, cattivi viaggi SF film di tutti i tempi. Quel film coinvolgeva un uomo che ha iniziato a mutare in un cyborg nel modo più cupo e angosciante che si possa immaginare.…
Premesso che 179 titoli non basterebbero per elencare tutti i miei film preferiti, provo a sceglierne sette, visto che dei magnifici si parla. Il criterio che adopererò è prenderne uno per decennio, dagli…
“Il serpente è quello che tutte le donne hanno in corpo. Una metafora che mi attrae sempre. Quando penso ad una donna, la immagino con un serpente che le vive dentro” (Shinya Tsukamoto, da Wikipedia)
Durante la stagione estiva delle piogge, giugno in Giappone, la bella ma complessata o troppo timida Rinko è una psicologa addetta ad un call center di primo…
Pensavo che a questo punto qualcuno avesse già scritto due righe sul Giappone, sempre gettonatissimo quando si tratta di film (a ragione, per carità). «Perché non lo fai tu allora?»..e…
Seppure un po' sperduto in certi passaggi che mi sono risultati ostici, il film ha un suo innegabile fascino "malato" che lo rende denso e zuppo come la pioggia che cade incessante. La bellezza e la grazia di Asuka lo rende dolorosamente sensuale mentre attorno si attorcigliano discorsi sulla solitudine, la malattìa, la morte e il ruolo della donna. E sull'amore. Da digerire, lentamente.…
Corpi che imprigionano e corpi che alienano. Corpi ossessionati e corpi ossessionanti. Corpi in divenire e corpi riflessi. Corpi che recitano e corpi che liberano. Pier Paolo Pasolini pensava che un "corpo è…
Rinko Tatsumi (Asuka Kurosawa) è una trentenne che lavora come consulente in un istituto di igiene mentale e scopre di avere un carcinoma mammario. É sposata con Shigeniko (Yüji Kôtari), un importante uomo d'affari ossessionato dal lavoro e dalla pulizia. La loro vita matrimoniale procede tranquilla anche se non fanno sesso da tempo e dormono in letti separati.…
Ormai la violenza dilaga al cinema, o forse credo che sia stata sempre presente, sotto ogni forma. Eppure la violenza per una certa cinematografia non è solo un pretesto o uno schizzo di sangue. La violenza…
Ormai la violenza dilaga al cinema, o forse credo che sia stata sempre presente, sotto ogni forma. Eppure la violenza per una certa cinematografia non è solo un pretesto o uno schizzo di sangue. La violenza…
Il mondo di Tsukamoto è popolato da frotte di cadaveri che camminano. Questi cadaveri sono i milioni di persone, rappresentati in primo luogo dai salary-man, che esauriscono la loro vita nel tragitto tra casa e…
Negli anni '60 in Europa si cercò di tratteggiare uno scheletro concettuale che costituisse l'impianto programmatico di base per una sorta di 'poetica della dissociazione', così da mettere in scena, in chiave…
Vite apparentemente normali, persone ordinarie, tutto scorre all'insegna della tranquillità. Ma la macchina da presa indaga, la storia fa il suo corso e appaiono le prime ombre: è il passato che chiama. Scomode…
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Commenti (6) vedi tutti
Un ricatto subdolo costringe la giovane psicologa a venir coinvolta in situazioni estremamente imbarazzanti, almeno per il carattere schivo e timido che l'ha sempre contraddistinta. Dove vuole arrivare il maniaco? Sarà davvero tutto bello e corretto quello che rientra nella sfera privata, apparentemente irreprensibile, della giovane donna?
leggi la recensione completa di alan smitheeVoto 8 Fenomenale
commento di luca826Un film sul voyeurismo/esibizionismo come parte malata e nascosta (il tumore al seno della protagonista ne è la metafora) della vita di relazione. Fotografico, estremo e conturbante.
commento di OGMUn pastrugno riscattato da due o tre scene d'antologia. Tsukamoto ha talento, ma qui non riesce a convogliarlo in una narrazione organica. Un filino sensazionalista nella forma e piuttosto confuso nei contenuti.
commento di ed woodCapolavoro visionario, Tsukamoto è un poeta dell'immagine.
commento di MorissUn film non facile, ma sicuramente interessante. La scena di autoerotismo sotto la pioggia battente è sicuramente di grande impatto, ed in un'altra emerge l'acciaio di Tetsuo.
commento di bluk