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L'idolo della città

Regia di Yves Robert vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'idolo della città

di hallorann
6 stelle

Nicola Monti è un attore italiano trapiantato a Parigi. Da un set ad un altro, da un palcoscenico teatrale a quello di un night, da una sala di doppiaggio a…

Vita di un artista sfigato che fa particine dove lo chiamano, in attesa della grande occasione. Se il lavoro è precario e frenetico, nel privato ha i suoi triboli con la nuova compagna Peggy, la fuga del figlio maggiore avuto da un matrimonio precedente con la dolce e remissiva Elizabeth. Per fortuna c’è il collega e amico Clement a tirargli su il morale, ma la vita continua e le occasioni perdute pure.

SALUT L’ARTIST, in italiano l’incomprensibile L’IDOLO DELLA CITTA’, è una commedia cucita addosso a Marcello Mastroianni, ché in quegli anni soggiornava in Francia con Catherine Deneuve, tra un Ferreri d’autore e ALLONSANFAN timbrava il cartellino anche con opere minori e curiose come questa o con NIENTE DI GRAVE SUO MARITO E’ INCINTO.

Il buon Marcello ci mette il mestiere e tanti piccoli vezzi autobiografici declinati con autoironia (le pennichelle, il telefono, le sigarette senza filtro, le assenze per lavoro). Monti, al contrario di lui, non è un divo ma un modesto interprete che si arrabatta per sbarcare il lunario, la sua vita familiare e sentimentale è mezzo disastrosa. I giudizi di Peggy sono alquanto tranchant e inequivocabili: “in fondo non sei che un personaggio comico…la tua è una questione di assenza…sei un balordo”. Si strizza l’occhio sulle doti da trasformista sul palcoscenico dell’arte e della vita, sulle melanconie, sull’immaturità degli Attori.

Mastroianni si diverte e somatizza il copione, Jean Rochefort è simpatico, Francoise Fabian bella e sofisticata, Carla Gravina deliziosa. Il musicista Vladimir Cosma sottolinea solo le malinconie in agguato e il regista Yves Robert non passerà alla storia del cinema.

 

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