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Repulsion

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Repulsion

di DeathCross
9 stelle

Col primo capitlo della sua Trilogia dell'Appartamento (proseguita con "Rosemary's Baby" "Le Locataire") Polanski porta lo/a spettatore/rice all'interno della Repulsione sessuofobica della protagonista. 

Come nei capitoli successivi, anche qui piano reale e piano onirico si alternano e si confondono, rendendo pressoché impossibile per noi che guardiamo riconoscere quanto e cosa di ciò che ci viene mostrato è vero oppure immaginato. Indubbiamente, come anche in "Le Locataire" (L'inquilino del terzo piano), la protagonista è affetta da psicosi e nevrosi che contribuiscono a distorcere la sua percezione della Realtà, e ciò è evidenziato dagli sguardi fissi e dai tic che colpiscono la ragazza, ma è più che lecito chiedersi se le sue paure verso il Sesso e il genere maschile siano frutto esclusivo della sua Insicurezza clinica oppure se tali timori abbiano riscontro e fondamento in una autentica ossessione degli uomini nei suoi confronti (forse è proprio vero che tutti o quasi noi maschi cerchiamo soltanto una cosa). Oppure, ancora, la Repulsione della giovane Carole nasce e cresce dall'ascolto dei discorsi delle clienti e delle colleghe nella clinica di bellezza dove lavora. Qualunque sia la risposta (io personalmente prediligo la 2^ opzione: è colpa dell'egoismo di noi uomini se il mondo sta andando a puttane), questa Replusione, alimentata dall'incomprensione della sorella verso le fobie della protagonista (ma tale incomprensione è dovuto all'impossibilità da parte della donna di vedere la Follia nella mente della sorellina oppure è colpa del suo egoismo e della sua superficialità?), non può non sfociare nella Tragedia: la Vendetta è spietata e violenta, e consumerà la protagonista gettandola in uno stato catatonico.

 

Polanski mette in scena l'Incubo costruendo un'atmosfera Onirica e Surreale, sfruttando al massimo il bianco e nero, giocando abilmente con le luci e con le ombre, studiando movimenti di macchina e inquadrature tali da rendere irreale ciò che viene mostrato, proponendo primi piani carichi di senso, costruendo abilmente il Sonoro in modo da risaltare l'Inquietudine della protagonista (memorabili gli incubi di stupro privi di Suono interrotti da squilli di telefoni e campanelli assordanti). La costruzione delle scenografie opprime in modo claustrofobico lo/a spettatore/rice e in alcune sequenze propone immagini di sofisticato impatto surreale (il corridoio 'arredato' di mani o le spaccature esagerate nei muri). Condisce il tutto l'ottima scelta del cast, in particolar modo la Deneuve che si cala anima e corpo nei panni di Carole mettendone in luce il suo distacco progressivo dalla realtà.

 

Forse ancora un po' acerbo per essere considerato un Capolavoro a pieno titolo (o forse sono io che devo rivederlo molte più volte), resta comunque un Gioiellino da vedere per chi vuole assistere ad un esempio di Thriller Psicologico di Altissimo Livello Artistico. Ovviamente si consiglia di recuperare anche i due successivi Capitoli.

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