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Il re Leone

Regia di Roger Allers, Rob Minkoff vedi scheda film

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La recensione su Il re Leone

di LorCio
10 stelle

Scar, viscido fratello di Mufasa, re della Savana, fa uccidere l’illustre parente da una mandria di gnu e convince il nipote Simba, legittimo erede al trono, di essere il responsabile della morte (una sequenza che se la batte con l’omicidio della madre di Bambi). Il povero leoncino scappa lontano, scopre la leggerezza grazie a Timon e Pumbaa (Hakuna Matata) ed è costretto a tornare quando scopre che il regno è diventato un regime in mano allo zio e alle iene. Capolavoro dell’animazione tradizionale Disney, compendio di cinquant’anni di lavoro (echi, per dire, di Bambi, Dumbo, Biancaneve, Il libro della Jungla…) apice dell’operazione al rialzo della casa di produzione negli anni novanta, vertice d’ambizione e prova di forza assoluta. Racconto di formazione par excellence e Amleto nella Savana, rinuncia dell’elemento umano e celebrazione dell’antropomorfismo animale, apoteosi dell’avventura e melodramma all’ennesima potenza, è una tragedia shakespeariana, intervallata da buffe amenità tra Hollywood classica e Broadway eterna, a base di complotti familiari, complessi di colpa, elaborazioni del lutto, riscatto morale e manicheismo manzoniano. Riferimenti al colpo di stato nazista (Sarò re cantata da Scar è un’inquietante allegoria sulla conquista del potere; in antitesi con Voglio diventare presto un re intonata dal gioviale ed immacolato Simba) e alla sottomissione dei democratici al dispotismo (l’intera Savana, in primis le leonesse e il consigliere Zazu costretto ad essere il buffone di corte), allusioni ad una dimensione magica (il santone Rafiki) e dialogo con la morte come mai prima (l’effige di Mufasa che riemerge nell’acqua e nel cielo: doppiato, in Italia, da un potentissimo Vittorio Gassman), è un grande film politico ed umano forse fin troppo larger than life.

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