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Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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La recensione su S1mØne

di Texano98
8 stelle

Vista la sua fermezza in cabina di regia a primo acchitto si direbbe che Andrew Niccol è uno che ha le idee chiare e che sa sempre come svilupparle. E' difficile mettere in dubbio la prima affermazione, la seconda invece soggetta a diverse falle: Niccol, seppur munito di un'ampia schiera di estimatori, ha sempre faticato a realizzare opere che fossero o un grande sforzo fantascientifico oppure una corposa critica alla nostra società. Questo film, seppur adororato dal sottoscritto, non fa eccezione ed è diviso fra due strade: l'approfondimento del rapporto fra il regista decaduto e la sua Simone e la critica al mondo effimero dei media, quanto più vicini al reale e al tempo stesso fittizi. Lo scavo psicologico sul personaggio interpretato da Pacino non è indifferente, già il sunto iniziale potrebbe essere uno dei tanti avvii per un film su tematiche metacinematografiche e esistenziali vicine per esempio ad un Woody Allen, mentre poi la svolta fantascientifica e la fuga di Pacino all'interno del personaggio di Simone, cercando però ossimoramente un proprio successo personale, è resa ancora più inusuale dal tono da commedia del film e la totale assenza di scene d'azione. Gli ingredienti perfetti per farsi nemici un po' tutti gli spettatori ci sono, dai fan accaniti di una certa fantascienza mirabolante a coloro che da un film hollywoodiano si aspettano ritmo a rotta di collo e esplosioni ogni due secondi. Un film a dir poco coraggioso, folle, come se ne vedono sempre meno. La scalata al successo compiuta da Simone/Viktor è al tempo stesso geniale e tragicomica, fra concerti negli stadi e interventi televisivi che secondo questi programmi la rendono degna di essere affiancata a presidenti e scienziati importanti. Ma la macchina mediatica si ribalta contro di lui quando Taransky (Cognome familiare!) cerca di distruggere la propria creatura, le uscite becere e razziste di Simon in diretta televisiva non decretano la sua caduta, ma anzi consacrano la sua figura in tutto il paese rendendola un modello per milioni di persone. La realtà quindi non è più nemmeno quella ripresa da una cinepresa, già di per sè automaticamente fittizia, ma quellla popolata da persone che nemmeno esistono, un mondo di fantasia ultraterreno che lascia da parte ogni tematica concreta o importante per le persone. Si eleva a dio in terra un personaggio inesistente e senza alcuno spessore, lo si glorifica per ogni sua uscita perché ormai è la bocca della verità che tutti seguono e applaudono a prescindere. Anche la vita delle persone sembra ormai un tutt'uno fra reale e fantastico, l'ipocrisia dello stupirsi, accettare e poi far finta che il mondo vada bene così come fanno i protagonisti a fine film, un inquietante emblema arrivatoci dall'inizio del decennio scorso fino a questo periodo di follia sempre più spropositata. Credo che il messaggio del film in parte fosse questo, anche se il cinema credo sia il mezzo tramite cui ogni concetto venga automaticamente amplificato e ne nasconda all'interno altrettanti (si potrebbe descrivere con la metafora visiva stessa di un'inquadratura: in un libro ciò che il narratore mostra sono soltanto le azioni narrate lungo le parole stampate, nel cinema il narratore si trova a riprendere anche avvenimenti che avvengono al di fuori del suo volere), Niccol fatica a brillare in uno di tutti questi aspetti ma ha il merito di incorporarli tutti in un film che tutti dovrebbero vedere.

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