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Era mio padre

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su Era mio padre

di GARIBALDI1975
8 stelle

 

Dopo il bagno di applausi e consensi, di pubblico e di critica con "AMERICAN BEAUTY", il regista Sam Mendes dirige il suo secondo lungometraggio cambiando totalmente il registro! "Era mio padre" è un film dalla trama semplicissima, racconta di un padre costretto a cercare vendetta per l'omicidio di sua moglie e del suo figliuolo più piccolo. Nel compiere la sua missione, è intento a consolidare il suo legame con il maggiore dei suoi figli, sopravissuto, mentre cerca di proteggerlo. Oltre ad essere una revenge story, è anche un film di 'gangster', ambientato nella Chicago degli anni '30, con una rappresentazione tra il fumettistico e la popart, con eleganti sparatorie e atmosfere chic.

 

Elemento vincente del film sono le interpretazioni di tre giganteschi attori: Tom Hanks, Paul Newman e Daniel Craig, quest'ultimo in minore forme rispetto ai primi due, ma forse è colpa del personaggio che interpreta, al quale manca solo un ciuccio da neonato. E' inutile aggiungere altro sul punto!

 

"Era mio padre" racconta la storia di Mike Sullivan (Tom Hanks) un uomo d'onore a servizio di un boss John Rooney (Paul Newman). Mike cela il suo 'sporco' lavoro ai suoi due figli, fintando che il maggiore dei due Michael, involontariamente, diventa testimone dell'assassinio di un gangster rivale ad opera del padre e del figlio del boss, Connor Rooney (Daniel Craig). La trama prende la definitiva piega del revenge movie quando Rooney Connor, geloso del rapporto tra il padre e Mike, uccide la moglie e il figlio più piccolo di quest'ultimo.

 

 

Uno degli aspetti più sorprendenti del film è l'interpretazione del protagonista da parte di Tom Hanks, un attore con il quale è molto facile entrare in empatia, anche perchè solitamente interpreta personaggi 'positivi', impersonifica 'il buono'; nonostante questa volta assuma il ruolo di un killer spietato, di un uomo di onore al soldo di un boss mafioso, che uccide quasi fosse una macchina, senza essere spinto dall'emotività, comunque riesce a rendere piacevole il personaggio allo spettatore, equilibrando la sua freddezza, quasi un cinismo professionale, al dolore per la perdita della sua famiglia che giustifica il fine, ovvero vendicarla. Riesce ad inquadrare la figura di un gangster che insolitamente viene rappresentata così al cinema, ovvero un personaggio più realistico, che non è mai sopra le righe, non è un duro impazzito, piuttosto è un calcolatore, un professionista geniale.

 

 

Lo stesso livello di realismo viene rappresentato anche da Paul Newman nel ruolo del boss mafioso. Specie quando deve contemperare il suo ruolo di capo mafioso, con la necessità di eliminare personaggi scomodi per i quali però nutre dei sentimenti (ma qui non posso sbilanciarmi troppo, a pena di spoiler).

 

Le interazioni tra Paul Newman e Tom Hanks sono il meglio dei momenti che contribuiscono a rendere "Era mio padre" un film che convince.

 

Quello che meno mi convince è l'atmosfera che il regista crea. Mendes mischia alcune atmosfere noir che si sposano bene con gli anni '30, alcune immagini anche di significativo effetto stilistico, quasi fossero immagini di un fumetto in bianco e nero di china (tipo Sin City), ad altre eccessivamente policrome quasi si ispirassero alla popart, con vere esplosioni di colore.

 

In definitiva "Era mio padre" è un film avvincente, molto semplice da seguire; facilmente comprensibile anche allo spettatore molto distratto o che vuole semplicemente essere intrattenuto. Anche questi sono pregi non da poco.

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