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Minority Report

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su Minority Report

di champagne1
7 stelle

Usando sensitivi in grado di prevedere eventi delittuosi, a Washington DC nel 2054 gli omicidi sono calati del 90%.

La speciale sezione "pre-crime" è guidata dal detective Anderton, un uomo che si è riversato tutto nel lavoro dopo che suo figlio è stato rapito e mai più ritrovato e il suo legame coniugale  è andato mano mano dissolvendosi.

Ma quando i sensitivi segnalano che il prossimo omicida sarà lui, dubbi sospetti e vecchi rancori verranno a galla...

Che la fantascienza e il cinema di fantascienza debba molto a Philip K Dick è cosa nota.

Da Blade Runner a Atto di Forza a Minority Report, opere tratte da alcuni dei suoi racconti, emerge una fantascienza antagonista a quella ottimistica e superficiale in voga negli anni '50, in cui spesso i protagonisti sono personaggi medi, non certo di elite, che si interrogano sulle questioni essenziali e filosofiche della vita o più semplicemente della storia umana.

Dick ebbe sempre un occhio di riguardo per l'impatto delle nuove tecnologie sulla società e sulla politica, preconizzando un futuro che oggi appare  più vicino a quello reale rispetto a tanti suoi altri colleghi autori contemporanei.

Quanto di Dick ci è arrivato tramite l'opera di Spielberg è facile indovinare: tanto cupo e pessimista l'uno, quanto romantico e fiducioso il secondo.

Spielberg sfrutta l'idea-base per farci intorno un thriller; inserisce nel film aspetti tipici dei fantasy, come ad esempio la parentesi della serra in cui lavora la giardiniera (in realtà l'autrice dei software sui cui si base l'azione di previsione dei delitti),ma sottolinea anche l'ingenua speranza dell'uomo di controllare il domani, seppure svelando che è facile confondere la realtà con la finzione: basta che i veri assassini nascondano le proprie sembianze truccandole, per cogliere l'essere umano nella sua invitabile tendenza all'errore.

Spielberg crea l'opera come un film d'azione oltre che di riflessione, capace di intrattenere lo spettatore con adeguato pathos fino all'ultimo dei 146 minuti.


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