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A Venezia... un dicembre rosso shocking

Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film

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La recensione su A Venezia... un dicembre rosso shocking

di alan smithee
8 stelle

E' proprio un'emozione rivivere (cinematograficamente, ben inteso!) un incubo che mi colpi' molti anni addietro quando, forse sin troppo giovane, mi imbattei nella visione di questo ottimo thriller d'atmosfera di un ispirato Nicholas Roeg, trasmesso quasi per caso da un'emittente locale nei primi anni '80. Questo teso giallo malsano, insieme all'altrettanto ottimo "La casa dalle finestre che ridono" fino al piu' famoso di tutti "Profondo rosso" sono quei film grazie ai quali (o a causa dei quali) e' sbocciata in me la passione per il cinema, derivata dal fumetto e passata inizialmente per l'horror.
La pellicola di Roeg vista adesso (in una copia piuttosto ben conservata) appare ancora molto efficace ed affascinante, con due attori protagonisti perfetti, sensuali e molto moderni (Julie Christie, stupenda piu' che mai, indossa tailleur che sembrano collezioni dell'inverno che sta alle porte). Dopo la morte accidentale per annegamento della giovane bionda figlioletta, un restauratore e la sua bella moglie decidono di trasferirsi a Venezia, durante un uggioso inverno, approfittando dei lavori di restauro di una chiesa che vedono impegnato il marito. Casualmente un giorno al ristorante fanno conoscenza con due bizzarre e non piu' giovani sorelle, una delle quali - quella cieca - dimostra insospettabili doti di preveggenza rivelando alla moglie di riuscire a vedere lo spirito della figlioletta defunta e percependone molte caratteristiche fisiche e comportamentali. La cosa crea sgomento nella coppia, soprattutto nella giovane madre, che cerca di ricontattare le due sorelle per conoscere qualcosa di piu' sulla sorte della figlia. Verranno a galla sinistre premonizioni che, poco saggiamente, verranno prese sotto gamba e a farne le spese sara' il povero Donald Sutherland. Il soggetto e' tratto da un romanzo della grande scrittice Daphne Du Murier, gia' adattata da diversi grandi registi tra cui Hitchcock in piu' occasioni.  Le riprese di Roeg, che esaltano da una parte lo stacco cromatico di un rosso che appare e scompare e si capovolge nel riflesso del lago dove si consuma la tragedia iniziale, riescono a trasferire sullo spettatore l'ansia di una attesa e di una spiegazione che non convinceranno mai fino in fondo, e rendono lo stesso partecipe di un complotto verso il protagonista che lo portera' ad una fine gia' segnata dalle bizzarre premonizioni delle diaboliche zitelle veneziane. Un cult anni '70, una Venezia che nessuno sapra' mai rendere piu' inquietante;  un film piu' conosciuto per sentito dire che visto, un'opera fondamentale per un genere che necessita piu' di ogni altro di una costruzione efficace per mantenere fino in fondo quel sano livello di tensione e adrenalina che ne fanno un caposaldo del genere.

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