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Anche gli uccelli uccidono

Regia di Robert Altman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Anche gli uccelli uccidono

di woody
8 stelle

Desiderio di libertà (metaforicamente incarnato dall’ossessiva brama di volare) e l’immancabile gusto e propensione per lo sberleffo caratterizzano questa black comedy targata Altman. In un’epoca segnata da forti contestazioni e da radicali mutamenti socio-culturali, ed in cui la contrapposizione tra repressione e spirito rivoluzionario assume connotati assai burrascosi, il regista sceglie una via tra l’eccentrico e lo sconclusionato, il dileggio mirato ed il puro nonsense, la parodia (“Bullit” soprattutto) e il fantasy che forse frastorna e disorienta alquanto. Ma di non prendere troppo sul serio la storia eravamo stati preavvisati... In effetti il film non si libra come forse vorrebbe, ma falcidia ogni senso logico come falcidia gli ignobili individui “meritevoli” di punizione in cui si imbatte il protagonista (prima marchiati defecatoriamente da un volatile per la loro spregevole condotta poi sterminati da un “invisibile” angelo della morte). Se al novello Icaro viene riservata una fine prevedibile ma più attigua al significato (se mai ve ne fosse uno) del film, condannandolo cioè ad un effimero volo all’interno di una gigantesca gabbia senza uscita e poi vincolandolo all’eterno legame con la terra, garantendo inoltre l’impunità al suo angelo custode, agli altri personaggi si concede un’uscita metacinematografica in stile felliniano. Da evidenziare le orinitologiche ed esplicative intromissioni di Auberjonois, il funerale arlecchino, le due belle sequenze di volo, il micidiale (per l’esito catastrofico) inseguimento (povero Steve McQueen…) ed il solito variopinto campionario di protagonisti. Pellicola crisalide, disseminata di graffianti indizi (il Texas, le magliette dei bambini con la scritta "wasps", l'emblematico nome di un hotel, ecc.), che può piacere o no a seconda delle inclinazioni.

Su René Auberjonois

Mitica la sua totale immedesimazione e trasformazione in pennuto.

Su Shelley Duvall

Alla sua prima prova - diverrà come altri un'attrice-feticcio del regista - si fa notare per gracilità e gli occhioni stile uova soda ingabbiati da terribili cigliona nere.

Su Robert Altman

Considerato un passo falso dopo il celebratissimo M*A*S*H mantiene intatto il piglio urticante del suo autore e fotografa, a suo modo, il clima del tempo.

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