Regia di Piero Tellini vedi scheda film
Tellini, chi era costui? E chi lo sa, mentre so che questo umile film – tutto suo - è secondo me un piccolo capolavoro. La trama è costruita abilmente, sia per l'idea delle pillole mortali portate a spasso tutto il giorno, che per come viene sviluppata e come su di essa vengono innestati i vari episodi e i vari personaggi. La storia prende via via spessore morale e i personaggi ne prendono di psicologico, fino a designare un vero e proprio percorso di maturazione del protagonista: da qualunquista, simulatore, imbroglione, adultero, opportunista, diviene – grazie a umiliazioni e strapazzi – una persona onesta e sincera. Va anche detto che le numerose situazioni paradossali che si creano strappano diverse risate, sicché il film, pur non essendo una commedia, finisce per essere in molti tratti divertente. Paolo Stoppa (che non ricordo di aver visto spesso come protagonista) è molto bravo e rappresenta bene i vari stadi del percorso del suo personaggio, ma mi sento comunque di rilevare che i momenti che gli sono congegnali, come in altri film, sono dove fa l'egoista e l'antipatico, come quando dice scendendo le scale e ghignando “Bambini, disgrazie? Ma che vada tutto al diavolo!). Da segnalare il come sempre simpatico e molto romanesco Memmo Carotenuto, che commenta sui soprannomi “er Ninna-Nanna, er Braciola, a te che te ne frega?”. E' un film con pochi mezzi ma molte idee, e che non si atteggia a capolavoro (ma finisce per esserlo). E' un film che fa vedere molte miserie umane, ma non è cinico, perché propone il miglioramento. Insomma, è un film dal quale il cinema di oggi avrebbe disperato bisogno di prendere spunto. Neanche a dire che non dovrebbe passare in TV alle tre di notte.
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