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Arca russa

Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film

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La recensione su Arca russa

di speedy34
6 stelle

"Sono stanco del montaggio!" aveva dichiarato quattro anni fa il regista russo Alexander Sokurov. E "se i sogni son desideri" quello di Sokurov si è concretizzato in un incredibile realtà: "Arca Russa" è il primo lungometraggio completamente non montato e girato in un'unica sequenza, la più lunga di tutti i tempi girata con una steadycam, ed il primo film ad Alta Definizione non condensato e registrato su un sistema portabile di hard disk invece che in 35mm o su cassetta. Ma dati tecnici da record a parte (e relative ardue imprese per allestire all'interno del Museo dell'Hermitage 33 set dove far muovere 867 attori e centinaia di comparse da far entrare in scena tutt'insieme, occupando le posizioni stabilite con estrema precisione da mesi) Arca Russa si propone un altro primato forse ancor più ostico da realizzare: raccontare il Respiro della Storia ed il Fluire Eterno del Tempo. Nel mettere in scena la storia di un regista contemporaneo , invisibile agli occhi di tutti , che si ritrova come per magia all'interno dell'Hermitage nella San Pietroburgo del 1700 e qui incontra un cinico diplomatico francese giunto dal XIX secolo con il quale compie un viaggio straordinario attraverso il turbolento passato della Russia che si concluderà nei giorni nostri, Sokurov si muove leggero attraverso le porte, le stanze, i corridoi del museo russo tra i più grandi e famosi del mondo così immergendoci nella fastosa epoca degli Zar in un "ritorno al passato" dall'amaro sapore nostalgico. Ma è un vero peccato che l'analisi del tormentato rapporto d'odio-amore del mondo occidentale verso la Russia così come quello altrettanto problematico della stessa Russia con il proprio passato e l'Europa di oggi si risolva in un arido, intellettualistico, complesso e metaforico "gioco" di riflessioni che difficilmente si riesce a seguire e comprendere nelle sue infinitesimali sfumature ed ambiguità. Rimanendo però vivo l'incanto di memorabili scene di massa che nella ricchezza dei costumi e degli arredamenti ci restituiscono appieno (meglio di qualsiasi altra parola) la grandiosità di un popolo che nel suo inevitabile "ritorno al futuro" comserva addosso la regale dignità di un epoca.

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