Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Involuto, farraginoso e sproporzionatamente ambizioso, "L'ora di religione" è un film che tenta di riscattare una smaccata convenzionalità stilistica con alcune soluzioni formali decisamente stantie. Gli enfatici ralenti, l'illuminazione misteriosa, la recitazione straniata - che sia detto una volta per tutte: Castellitto è letteralmente incapace di giocare in sottrazione -, il commento musicale rarefatto, gli inserti di animazione computerizzata: tutte formule logore e abusate che ormai servono soltanto a colorare l'ovvio con la patina della raffinatezza e dell'impressione di ricerca linguistica. Bellocchio presenta questo manierismo come problema della cultura del nostro tempo; presenta queste divagazioni orecchianti come scoperte. E il pubblico abbocca esultante.
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