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Monster's Ball

Regia di Marc Forster vedi scheda film

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kikki

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La recensione su Monster's Ball

di kikki
8 stelle

E'un film sulle prigioni.Quella statale, quella personale costruita lunga tutta la vita. Soprattutto quest'ultima è il tema che sottosta all'intero film.Inquadrature ravvicinate ma tagliate in modo da escludere l'elemento umano di ogni volto, lo sguardo o l'espressione o la mimica, rendendo così gli uomini semplici oggetti (facilmente ditruttibili come si vede dalla routine standardizzata di un esecuzione capitale).E oggetti in primo piano con gli uomini, sullo sfondo, quasi non protagonisti di una vita costruita sulle routine e sugli errori e su ideologie primitive; sono questi i veri carcerieri, il solito gelato al cioccolato, la solita prostituta da sodomizzare, il solito razzismo, la solita fredda logica "industriale" delle esecuzioni capitali applicata alla vita e agli affetti. Anche questa prigione porta alla morte, vera (la famiglia di Thornton decimata dai suicidi) o apparente (l'immobilità provinciale espressa da Boyle).
Poi c'è la prigione vera del condannato a morte che (involontariamente?)condanna a sua volta la sua famiglia ad altre prigioni, più consapevoli.Quella di essere neri, grassi e poveri.E senza una guida.
E poi di nuovo la morte a liberare tutto e tutti. A liberare il protagonista da quel disegno di vita animale, primitivo, immobile e fintamente coraggioso trasmesso di padre in figlio come una malformazione. Morte anche come unico/ultimo atto di ribellione. Morte che libera il figlio della protagonista dalla sua prigione di cui sopra (nero-grasso-povero), ma che non libera la madre da quella, inevitabile, costruita dai soldi.Morte come estrema consapevolezza, agente formativo immediato; di qui l'internamento del vecchio padre in un ospizio(di fatto una condizione di sepolto vivo),l'esplosione di erotismo, massimo segno di vita.
Film di mani che si staccano lentamente a evidenziare il distacco terreno; film di rumori amplificati di porte, che chiudono la vita, e della fede nuziale che cade, anch'essa per lo stesso motivo e per sancire l'inizio di una nuova.Film di immagini riflesse, specchi e disegni, emblemi della visione che obbligano i protagonisti a guardare se stessi e capire:non si fugge alle prigioni, ma si accettano per quello che sono.

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