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Fantasia

Regia di James Algar, Samuel Armstrong, Ford Beebe, Norman Ferguson, Jim Handley, Wilfred Jackson, Hamilton Luske, Bill Roberts, Paul Satterfield, Ben Sharpsteen vedi scheda film

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La recensione su Fantasia

di Decks
10 stelle

Spesso le musiche, sono l'aspetto tecnico che più tralasciamo quando ci accingiamo, cinefili e non, a guardare l'ennesimo film alla televisione o al cinema (o al computer tanto per restare odierni); eppure, è forse, al pari della regia, uno degli elementi più imprescindibili di un qualsiasi lungo o cortometraggio.

Ritmo, atmosfere e tanto altro ancora non possono funzionare senza un preciso accompagnamento musicale, e Walt Disney l'aveva capito eccome.

 

Non più dalla mente, ma dalla musica nascono immagini e storie, che Disney si impegna a realizzare con minuziosità e precisione. Per l'orchestra viene scelto il grande Leopold Stokowski: questo incontro tra due artisti di così grosso calibro fa sì, che nasca un capolavoro artistico senza precedenti, esaltando con eleganza, la bellezza di alcuni dei più famosi e storici brani della musica classica, al punto che, quando verranno riascoltati, sarà impossibile non immaginare qualche sequenza del film, tanto esse sono incisive e meravigliose.

Otto brani musicali, che non cercano solo il mero divertimento dei più giovani, ma vogliono insegnare e arrischiarsi in sequenze innovative, che ancora oggi, sono stupefacenti dal punto di vista stilistico, tanta è l'originalità posta in alcuni frammezzi.

 

La "Pastorale" di Beethoven e la "Danza delle Ore" di Ponchielli sono sicuramente i brani più disincantati e tipicamente disneyani facenti parte del lungometraggio. Sia per la presenza di animali antropomorfi, che per la simpatia con cui vengono proposti: nel primo è difficile non rimanere basiti di fronte alle mille tinteggiature di colori accesissimi e vividi; rimaniamo inebriati da un'atmosfera mitica e utopica, proprio come Bacco con il suo nettare diVino, accompagnati dalla potente sinfonia numero 6, in cui i forti bassi sono stati intelligentemente abbinati ai fulmini di Zeus.

Nel secondo si sorride frequentemente di fronte alla fluidità con cui vengono inscenati siparietti comici tra animali, che si comportano con gustosa teatralità e spassosità.

 

Viene poi l'omaggio al personaggio di Topolino: allora scalzato dall'appena nato Paperino, dobbiamo ringraziare questo episodio se la fama del topo più famoso del cinema è rimasta inattaccata per tutto questo tempo. Impossibile non nutrire affetto per il personaggio impaziente e desideroso di gloria dell'apprendista stregone, ispirato all'opera omonima di Goethe; egli si identifica col desiderio collettivo di ottenere le cose subito e con facilità da veri irresponsabili, senza ricordarci, che applicare metodi o tecniche che non siamo in grado di padroneggiare, rischia di provocare gravi danni alla società.

 

 

Un trionfo di colori è anche lo "Schiaccianoci" di Pëtr ll'ic Cajkovskij: più di tutti, è uno sfoggio dell'allora avanzatissima tecnica animata della casa di Disney. La varietà di danze che si sussegguono è particolarmente ricercata, rimandanti tutte a culture cinesi, arabesche o russe, che noi identifichiamo con specifici suoni e una delle quattro stagioni, disegnate in tutta la loro naturale bellezza.

La "Sagra della Primavera" di Igor Stravinskij, malgrado qualche errore (quali il Tirannosaurus Rex con tre dita) può essere perfettamente visionato nelle scuole durante le lezioni di scienza: l'accuratezza con cui sono disegnate le prime forme di vita primordiale e la loro lenta evoluzione è eccezionale e interessante a qualsiasi età. Ad esso si sommano delle magistrali sequenze colme di pathos, dovute sia alla musica, ma sia ai forti disegni di eruzioni vulcaniche, scontri tra dinosauri e la loro caratteristica estinzione.

 

Vi sono poi i momenti più sperimentali del lungometraggio, che ancora oggi colpiscono per originalità, ma saranno sicuramente più apprezzati dagli adulti che dai giovani: l'affascinante idea della "Toccata e Fuga in Re Minore" di Bach, in cui l'immagine gioca interamente tra luci, ombre e colori che si susseguono tra i compositori dell'orchestra. Raggiunge il suo apice nella rappresentazione grafica di ogni strumento: un mix fantasioso di immagini che fa sognare qualunque spettatore appassionato dell'arte, intesa nella sua forma più naturale e comune.

Più alla colonna sonora disegnata umoristicamente proprio come una colonna: grazie agli animatori rappresenta fedelmente un'ampia gamma di suoni, da cui, chiunque, fan della musica o non, ne rimarrà estasiato.

 

L'ultimo è la ripresa di uno dei temi più classici e cari a Walt Disney: l'eterno scontro tra bene e male. Convenzionale forse, ma realizzato egregiamente: notte e giorno si scontrano in quello che Stokowski non arrischia a definire un difficilissimo episodio, in cui fu arduo accomunare un brano come "Una Notte sul Monte Calvo" di Musorgskij ad uno religioso come quello di Schubert nel suo "Ave Maria". Non arrendendosi alle differenti sonorità, ed utilizzando l'innovativa camera multipiano, fu possibile creare lo scontro tra un'alba divina e un sabba di demoni. Quest'ultimo in particolar modo è realizzato splendidamente: il diavolo, che con solennità richiama a sè tutte le anime, divertendosi nel torturarle e risuscitandole continuamente, compie azioni e immagini macabre che fanno di questo personaggio uno dei più apprezzati e incisivi cattivi Disney, poi sconfitto da dei semplici rintocchi di campana e una luce che simboleggia, non solo un culto cristiano, ma il bene più assoluto.

 

Un capolavoro dell'animazione, una coniugazione di immagini e musica come pochi altri sono stati e saranno capaci di fare.

Un'esperienza estetica indimenticabile, che si fonde con degli aspetti tecnici perfetti, dando vita ad un'orgia di colori, suoni e soprattutto immaginazione.

Un miracolo di Walt Disney che ci ricorda ancora una volta cosa sia il cinema. Fantasia.

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