La recensione su Tanguy

di Fanny Sally

6 stelle

Tanguy ha quasi trent’anni e una passione smodata per l’estremo Oriente, vanta un curriculum universitario da far invidia al più blasonato professore, ha successo con le donne e … vive ancora a casa con i suoi genitori, che, essendo figlio unico, hanno sempre accontentato suo qualsiasi capriccio. I due sperano segretamente di vedergli spiccare il volo, il più lontano possibile, per potersi finalmente godere un po’ di libertà e di tempo insieme. Quando il ragazzo invece annuncia di voler rimandare la propria laurea e la propria partenza per lavorare meglio alla tesi, è l’inizio di un’interminabile serie di ripicche tra il viziatissimo bamboccione e i non più tanto amorevoli genitori, che finiranno anche per citarsi in tribunale.

Étienne Chatiliez mette in scena una vivace e acida guerra generazionale senza esclusione i colpi, che riflette con molta arguzia e sfiorando appena la farsa e l’assurdità, un fenomeno sociologico dei nostri tempi, usando i toni della commedia dissacrante e al contempo garbata, in cui spesso si ride amaramente. Brillanti le prove del cast, a partire dalla superba Sabine Azéma, cui si affianca il veterano André Dussollier, mentre la parte del protagonista è affidata all’allampanato Éric Berger.

Gli americani hanno girato un remake più patinato e non altrettanto riuscito con protagonista Matthew McConaughey.

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