Espandi menu
cerca
La donna che visse due volte

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ripley77

ripley77

Iscritto dal 6 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 13
  • Post 1
  • Recensioni 687
  • Playlist 25
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La donna che visse due volte

di ripley77
10 stelle

Emanuela Martini,Cinema al cinema,Film Tv :Quarant'anni e,certamente,non li dimostra:non solo grazie al restauro curato da Robert Harris e James Katz,che ahnno ricostruito il film fotogramma per fogramma,restituendogli lo straordianrio impasto cromatico e la limpidezza sonora,ma soprattutto grazie al genio intramontabile e anticipatore di Hitchcock,che girò nel 1957 un thriller senza sorpresa(poco oltre la metà,ci viene rivelata la macchina dell'intrigo),ma stretto nelle volute misteriose dell'inconscio,la storia di un amore ossessivo,percorsa da due protagonisti ugualmente "ingiusti",nonostante si tratti di due grandi divi hollywoodiani.Il lieto fine è precluso fin dalla prima "morte" della protagonista(complice in un omicidio);e comunque la dimensione ossessiva di Scottie è tanto esplicita che non si può certo prevedere per lui un aggiustamento in extremis come quelli che Hitchcock concesse ai personaggi di Cary Grant in "Notorius" e "Sospetto".Sembra che a metà degli anni '50 Hitchcock possa finalmente concedersi il più estremo dei suoi incubi amorosi,radicalizzando quella dinamica sadomasochistica,stretta tra un eroe fascinoso e perverso (anche quando è "il buono")e un'eroina fragilmente ambigua e spesso "peccatrice" che,sotto le spoglie del giallo e,talvolta,della commedia,ha guidato tutti i suoi incubi."Vertigo" è il melò più esplicito della produzione hitchcockiana e uno degli esemplari più sconcertanti e angoscianti del genere,tutto giocato su un'impossibilità amorosa elevata a filosofia di vita e su un rapporto uomo/donna di inaudita violenza.Il gioco della coppia e della seduzione assume cadenze distruttive e ineluttabili,che l'intreccio poliziesco contribuisce a oscurare e ammorbare.Kim Novak,imperscrutabile e innaturalmente sofisticata,trova la parte della sua vita,in tailleur grigio castigato e chignon;ma è James Stewart che ribalta il proprio tipo di" americano tranquillo" in un vortice di tensioni contraddittorie e maniacali.I suoi incubi e la materializzazione delle sue vertigini(realizzata con un giocco doppio di zoom e carrello)trasportano il film nel territorio del cinema astratto,ai limiti della sperimentazione(che Hitchcock ha sempre percorso).Avvolgente come la spirale inventata per i titoli di testa dal geniale Saul Bass,"Vetigo" sopravvive con fascino inalterato a infinite visioni.Assolutamente da non perdere.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati