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Mulholland Drive

Regia di David Lynch vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mulholland Drive

di Icelake
10 stelle

Commovente, sofisticato, onirico all'inverosimile, Mulholland Drive ha una propensione innata ad arrecare gran confusione, perfino a chi ha qualche inverno in più sulle spalle.

 

Le prime due ore del film sono, in un certo senso, una fantasìa.

Un sogno creato dalla protagonista, Diane (interpretata da una monumentale Naomi Watts) per "razionalizzare" i terribili eventi che vedremo in conclusione, ma non solo.

V'è, dunque, una parte assolutamente "reale" che s'interseca elegantemente con il viaggio onirico della nostra protagonista. 

La "realtà" vede Diane trasferirsi dal Canada a Los Angeles in cerca di successo come attrice.

Durante un'audizione, incontra e s'innamora di Camilla (che conosceremo all'inizio con il nome di Rita, alias Laura Harring).

Ma sarà Camilla ad essere scelta come protagonista nel film in questione, mentre Diane otterrà, da lì in poi, solo parti di minore entità (peraltro solo grazie a Camilla).

Parallelamente il loro amore finirà, anche se lo scopriremo solamente nell'ultima mezz'ora della pellicola in virtù dei due (quasi) annunciati sponsali : Camilla e Adam.

 

La chiave di lettura fondamentale di Mulholland Drive risiede nella comprensione della duplice figura di Camilla nella mente della protagonista. In altre parole, nel film ci sono "2 Camille". Distinte e separate.

La prima è quella dai capelli neri, Laura Elena Harring, ossìa quella "reale".

La seconda è una biondina non tanto diversa, in fin dei conti, da Diane, ossìa Melissa George, che conosceremo come "Betty".

Significativa, a questo proposito, è la scelta della "vera" Camilla di indossare una parrucca bionda.

Dunque, la biondina che canta sul set del film, non è l'alter ego di Diane che, in un mondo parallelo, veste i panni di un'attrice di successo, ma è, semplicemente Camilla nella fantasìa di Diane. Una donna ed un'attrice alla quale non avrebbe nulla da invidiare.

 

E Mulholland Drive continua a viaggiare seguendo i meandri della fantasìa della nostra protagonista. Diventa un coro di personaggi improbabili, a volte anche quasi caricaturali.

Le danze continuano con un uomo dalla testa "deforme" su una sedia, che dà ordini alla produzione. Poi è la volta di uno strano cowboy. Tutti figli della mente di Diane che tenta disperatamente di razionalizzare il successo di Camilla. Il regista, infatti, inizialmente non voleva scegliere quest'ultima ma poi è "costretto" ad accettare questa raccomandazione.

Gli stessi ballerini che vediamo ai titoli di testa, altro non sono che suoi ricordi.

E' la stessa Diane a confessare d'aver vinto un concorso di danza in Canada, ma passeranno circa due ore prima di poterne venire a conoscenza.

 

Ed ecco che si giunge ad un CUBO e ad una chiave BLU.

Il Killer assoldato da Diane per uccidere Camilla  promette di darle una chiave. La curiosità, quasi ingenua, di sapere quale porta aprirà diventa retorica.

E' la chiave del cubo blu (ricorrente colore nella creatività di Lynch, si pensi a "Blue Velvet") che rappresenta il vaso di pandora ed, implicitamente, la chiave d'accesso al male, al suo alter ego.

Una volta girata la chiave ed aperto il cubo, non siamo più spettatori del viaggio onirico di Diane, bensì posti di fronte ai crudi eventi reali.

Ecco che la scena del cadavere trova una spiegazione, stavolta, logica.

Il corpo è quello di Diane. Lei immagina, in preda al senso di colpa, cosa le accadrà...ma lo fa con gli occhi della fantasìa, non a caso, questa scena precede sìa la folle notte di "El Club Silencio" e, dunque, la successiva apertura del "cubo".

 

A Mulholland Drive non manca nemmeno un MOSTRO, nel senso canonico del termine. E' il mostro del Winkie's.

Un mostro sognato in un posto preciso e che si trova esattamente lì.

Questo è un chiaro parallelo con quanto accade nella fantasìa di Diane: "Il sonno della ragione genera mostri".

Così come, nella celebre acquaforte del pittore spagnolo possiamo ammirare un uomo che dorme, mentre attorno a lui prendono forma sinistri uccelli e diabolici felini, nella mente della nostra protagonista prendono vita strane figure sempre più terrificanti.

Ed arriva anche il turno di una coppia di anziani, la stessa che le aveva augurato ogni bene durante il viaggio in aereo (scena questa sì, realmente accaduta) finisce, rimpicciolendosi, per passare sotto la porta alla quale stanno bussando i due investigatori - ormai consapevoli del crimine - per terrorizzarla senza mai toccarla nè farle fisicamente del male, finchè non giunge l'inevitabile.

Diane decide di suidicarsi nel letto dove aveva già immaginato di trovare il suo corpo insieme a Camilla.

 

 Il "Club Silencio" ed i personaggi che appaiono in scena, che rimarrà nelle mìe memorie a lungo, invece, non hanno nulla a che vedere con la trama principale.

Qui è Lynch a parlare allo spettatore...e quale posto migliore di un nightclub dove tutto ciò che senti è solo un nastro?

Il messaggio del regista?

Semplice : "No hay banda"

E' tutto qui il succo di quanto successo finora : non c'è orchestra, ma sentiamo la musica...ma è solo una registrazione...è solo un nastro.

La musica rappresenta, metaforicamente, la mente di Diane che viaggia. E' il viaggio che Lynch ha scelto per noi e che, coloro che hanno notizia del Club Silencio, hanno intrapreso, in un certo senso, insieme a lui.

 

A questo punto, Lynch vuole congedarci come si deve. Con un party sfarzoso, uno di quelli dove gli invitati finiscono con l'essere ben presto estenuati dal "troppo divertimento".

Camilla è già morta da tempo, c'ha lasciato nei primi istanti di Mulholland Drive. Nella realtà.

Ma questa non è la realtà. E' solamente, ancora, lei. Diane. 
Diane che immagina, sogna, viaggia. Ancora per un po'. Certo, non troppo lontano.

Anche stavolta la Limousine si ferma, ma qui non ci sono pistole nè auto distrutte. Solo...una sorpresa.

Camilla appare, come per magìa, conducendo Diane ad una scorciatoia che porta da Mulholland Drive alla casa del regista (Adam) di quella "sfortunata audizione" mentre entrambe, sulle note della colonna sonora di incommensurabile spessore di Badalamenti, salgono i "gradini del successo" che, dalla strada (Mulholland Drive, appunto) conducono alla fama, alla notorietà, ad una vita che Diane non conoscerà mai, così come mai salirà quei gradini. 

E solo qui che conoscerà Ann Miller - l'anziana Coco - che poco tempo prima aveva immaginato fosse amica di sua zìa.

La stessa signora che, nel sogno di Diane, l'aveva accolta in una casa in cui mai aveva mai messo piede fisicamente.

 

La cena è il congruo epilogo del party : un mix di realtà e fantasìa.

Diane si racconta a Coco, mentre osserva figure che ormai, pur non essendo reali, hanno preso il sopravvento nella sua mente : Betty appare sussurrando un messaggio non meglio identificato alle orecchie di una Camilla reale e disinvolta, così diversa rispetto a quella delle sue fantasìe. Finisce col baciarla appassionatamente e si dilegua lontano dalla festa mentre appare, sfuggente, la figura del cowboy.

Nessuno sembra interagire con lui. Attraversa il corridoio come fosse un fantasma e si allontana dalla festa così come dalla mente della nostra Diane.

La rappresentazione del ricordo che Diane ha della cena viene bruscamente interrotta sul più bello, proprio mentre Adam (il regista, alias Justin Theroux) e Camilla stanno per annunciare, tra le risa incresciose, il loro matrimonio. E veniamo catapultati in avanti nel tempo :

ci troviamo nuovamente al Winkie's e Diane commissiona l'omicidio di Camilla mentre una cameriera di nome Betty serve loro la colazione.

Chi è Betty? Cosa rappresenta?

Betty è Diane appena scesa dall'aereo. Giovane, innocente, piena di speranze e pronta ad inseguire il proprio sogno americano.

Una persona che ormai non esiste più.

 

Qui arriva la parte più cruda. Siete pronti?

Camilla era già morta nei primissimi istanti di Mulholland Drive.

Tutto ciò che succede posteriormente all'incidente, anch'esso frutto della fantasìa di Diane, è solo un'illusione :

"No hay banda", ricordate?

Non c'è l'orchestra, eppure sentiamo la musica.

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