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Mulholland Drive

Regia di David Lynch vedi scheda film

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spaceship

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La recensione su Mulholland Drive

di spaceship
10 stelle

LA COSTRUZIONE VISIVA DELL'INTRECCIO NARRATIVO.
La pellicola si apre in uno spazio astratto dove alcune coppie ballano , mentre una sovrapposizione di immagini mostra una ragazza sorridente (è la protagonista Betty/Diane, vincitrice della gara di jitterbug, applaudita dal pubblico, come apprenderemo in seguito).
Dissolvenza incrociata.
Interno di una stanza un letto, lenzuola rosse, un profondo respiro e un cuscino. La macchina da presa ci si tuffa dentro.

Al risveglio di Betty/Diane, verso i tre quarti della pellicola, quando un cowboy busserà alla sua porta ("Hey bella ragazza, è ora di svegliarsi"), lo spettatore viene quindi invitato a rileggere gli eventi narrati come sogno del protagonista principale. I nomi della coppia di ragazze cambiano repentinamente : Betty diventa Diane e Rita, Camilla. L'enunciazione di base (Rita ha un drammatico incidente in seguito al quale perde la memoria ; si imbatte in una ragazza aspirante attrice della quale poi si innamora) viene infine ribaltata (Camilla e Diane rompono a causa del regista)attraverso un montaggio accurato e , ancora una volta in Lynch, la scelta delle inquadrature e dei raccordi visivi risulterà determinante per la veicolazione di un preciso significato; ancora una volta tutto ciò che è specificatamente filmico (dissolvenze, movimenti di macchina ...)risulterà fondamentale per la produzione di un senso in una storia perfettamente lineare , logica e razionale in cui le informazioni essenziali possono essere ricavate attraverso lo studio del linguaggio cinematografico lynchiano.

Siamo quindi al momento del risveglio , del passaggio ad una realtà parallela, a un possibile mondo alternativo.
Le ragazze sono di ritorno dal Club del Silencio.
Rita apre il cubo blu e lo sguardo spettatoriale viene quindi inghittito dal contenuto dell'oggetto. Una dissolvenza incrociata ci porta quindi dalla stanza dell'apertura del cubo alla camera da letto di Diane. La sua vicina di casa bussa alla porta e la sveglia. Diane si reca in cucina. Si volta e ha una visione di Camilla,visione che viene provata, dimostrata dal controcampo successivo: immagine di Diane sofferente("Camilla, sei tornata"), controcampo sul volto di Camilla, nuovamente primo piano di Diane e nuovo controcampo , ma questa volta sullo stesso volto di Diane. Il ruolo quindi di questa costruzione visiva è puramente autocomunicativo :il controcampo sullo stesso identico personaggio che parla con se stesso fa assumere un ruolo puramente patetico e menstico (è un ricordo) alla vicenda drammatica della protagonista ma serve anche da ellissi narrativa (lo stacco sul controcampo di Diane determina il proseguimento della sua azione in cucina, ossia continua a prepararsi qualcosa da bere). Il caffè è pronto, Diane si avvicina al divano. Sdraiata su di esso si trova Camilla, che l'attende. Siamo di fronte a un falso raccordo visivo in cui lo scavalcamento del divano da parte di Diane produce significativamente uno scavalcamento temporale, ossia un banale flashback esplicativo dal quale apprendiamo che la storia amorosa tra le due è destinata a finire per decisione della stessa Camilla.
L 'introduzione di un elemento extradiegetico , quale il sottofondo musicale come elemento di rottura,oltre al cambio improvviso d'abito della protagonista conferma quindi tale flashback. Diane domanda a Camilla se questa sua decisione avvenga a causa dell'intreccio amoroso tra quest'ultima e il regista.
"E' per lui, vero?"
Il montaggio passa quindi all'esplicazione di questo interrogativo (sempre in flashback in quanto continuazione logica dell' enunciazione reggente, ossia i ricordi di Diane davanti a un caffè) con la proposizione della sequenza successiva. Un brusco stacco ci porta infatti sul set del film "Sylvia North Story" , dal quale apprendiamo il motivo della rottura della storia d'amore tra le due ragazze e la conseguente sofferenza di Diane nella sua impossibilità di accettare il bacio tra la sua amata Camilla e il regista. Dissolvenza.
Diane e Camilla litigano per tale questione sulla porta di casa. Consecutio banalmente logica, sempre in flashback. Camilla viene sbattuta fuori. Dall'immagine della porta di casa un lento movimento di macchina procede fin sul divano. Diane si masturba e soffre. Anche in questo passaggio descrittivo c'è sempre un elemento di congiunzione (la porta come raccordo ) tra i due sintagmi narrativi (litigio tra Diane e Camilla /crisi sul divano di casa). Diane piange, il telefono squilla e lei si gira. Stacco e inquadratura dell'apparecchio acustico. Diane si appresta a rispondere, ma la sequenza è nuovamente un flashback esplicativo sulla vicenda in quanto il falso raccordo visivo, che sottointende un diverso piano temporale, è facilmente intuibile dal cambio del look di Diane (truccata e in abito da sera, riceve l'invito di Camilla ad un party sulla Mulholland Drive, che accetta con qualche esitazione, i quanto provata dall' evidente conflittualità del rapporto ormai compromesso). Seguendo le parole di Diane,le immagini ci portano quindi nuovamente all'inizio del film, con l'inquadratura del cartello segnaletico, la lenta discesa in macchina sulla via principale che dà il titolo alla pellicola. Con un ribaltamento dell'enunciazione iniziale, è Diane che viene trasportata nella vettura, questa volta. Si ripropone quindi lo stesso avvenimento narrativo dell'incipit: l'automobile si ferma. "Che succede, non dobbiamo fermarci qui". Il copione prevede stavolta la sorpresa di Camilla che la conduce al party. A tavola Diane spiega la sua storia (vinse una gara di jitterbug che la spinse alla recitazione) mentre assiste alla celebrazione del successo di Camilla e al suo coronamento amoroso con il regista ,che pare spingersi fin sulla soglia del matrimonio.
E' decisamente troppo per Diane. Un improvviso rumore di piatti rotti le fa volgere la testa dall'altra parte, ma il movimento del suo corpo viene usato per un repentino passaggio di sequenza: seduta al tavolo di un Winkie con un sicario, progetta quindi l'omicidio di Camilla. Siamo quindi ad un ulteriore raccordo visivo, sempre in flashback rispetto alla sequenza che regge l'intera proposizione.

Ricapitolando infatti:
Diane viene svegliata improvvisamente e si prepara un caffè (frase reggente) mentre affiorano in lei i ricordi della sua amata Camilla, di come era giunta improvvisa la decisione della fine del rapporto a causa del regista e della successiva difficile convivenza tra le ragazze(subordinata); per l'impossibilità di accettare un siffatto esito , l'unica soluzione è la commissione dell'assassinio di Camilla (altra subordinata).

Apprendiamo quindi dal dialogo con il sicario che al termine del suo compito Diane troverà una chiave blu come testimonianza del successo della sua iniziativa. Una dissolvenza incrociata ci porta quindi dietro al Winkie , dove un barbone tiene in mano un cubo blu dal quale escono le figure della coppia di vecchietti che avevano introdotto Betty/Diane nella sua avventura attoriale a Los Angeles, proiezione, quella del barbone, forse del suo futuro destinale. Stacco.

Inquadratura della chiave blu. Lento movimento di macchina che riprende la tazza vuota del caffè e il volto sconvolto di Diane che fissa la chiave sul tavolo. La narrazione è quindi ritornata alla sequenza reggente (i ricordi di Diane davanti al caffè) , dopo i flashback esplicativi di cui sopra. Il montaggio si carica di un'altissima significazione in quanto non solo avverte lo spettatore dell'avvenuto omicidio (Camilla è morta) ma restituisce all'ellissi narrativa un suo preciso valore semantico (la tazza vuota del caffè è tutto quello che è passato temporalmente nella mente di Diane tra la sua preparazione e il tempo di gustarselo).

Mentre bussano alla porta Diane chiude gli occhi e si prefigura quindi il suo eventuale destino: il suicidio. La sequenza è del tutto surreale: la coppia dei vecchietti passa sotto alla porta di casa, la rincorre temibilmente ,spaventandola. Diane strilla terrorizzata ,si rifugia in camera , prende una rivoltella e si spara. E' un suicidio molto teatrale, coreografato da un fumo bianco che sale dietro alla spalliera del letto. Il film non può che quindi chiudersi nel teatro del Silencio, luogo di finzione per eccellenza, dove tutto è registrato, è già stato tutto girato e viene sancita l'impossibilità di riconquistare quindi il tempo presente dell'azione stessa.

Su David Lynch


Per concludere il discorso, in Mulholland Dr. la narrazione trova la sua legittimazione da un punto di vista squisitamente estetico, peraltro incontrovertibile. Si può arrivare a negare questo solamente se si eliminano le accurate scelte di regia (montaggio, inquadrature e movimenti di macchina) che ne creano i presupposti logici, ossia se si nega l'essenza stessa della regia e del cinema stesso.
Lynch opera una pura sostituzione di intere proposizioni, frasi e periodi con una concettualizzazione visiva del tutto innovativa. Una sorta di narrazione per immagini.
In parallelo a tale narrazione per immagini, assistiamo inoltre al ribaltamento della proposizione di partenza, ossia degli eventi scaturiti dalla macchinazione di Diane nel suo sogno. La reiterazione, a fine pellicola, della discesa in auto lungo la Mulholland Drive , a personaggi invertiti, apre la visione a una rivisitazione in retrospettiva dei fatti per cui Rita/Camilla può scampare alla minaccia di morte e perdere la propria identità per rifugiarsi tra le braccia di colei che la desidera ardentemente, grazie a una fortuita casualità come un incidente stradale. Allo stesso modo il sogno del ragazzo del Winkie e la figura del barbone che ne provoca un infarto possono essere riletti alla luce della testimonianza oculare di tale ragazzo alla consegna al sicario dell'omicidio progettato da Diane, come una sorta di premonizione destinale sulle conseguenze di quel misfatto. E così lo stesso sicario, alla pari del regista, subirà le più stravaganti disavventure nella rielaborazione onirica della protagonista, intenta a coronare i suoi più profondi desideri e a eliminare gli elementi di disturbo di un ormai ineluttabile evento.
Tale visione in retrospettiva costituisce ad ogni modo solo un valore aggiunto ad una narrazione che non perde mai di vista la sua linearità , la sua logica successione e concatenazione degli avvenimenti,dimostrata da una definita costruzione visiva.
Dal Gazzettino di Fornara:
"Con Mulholland Drive molti cercarono di far quadrare i conti e ricomporre i pezzi del puzzle, avanzando ingegnose quanto vacue soluzioni. In realtà già quel film era un puro elenco di luoghi lynchiani che non costruivano né un racconto né una mappa ma solo una galleria di visioni, spostamenti e incroci."
Abbiamo visto.

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