Regia di Iain Softley vedi scheda film
K-PAX : ipotetico pianeta nella costellazione della Lira, ruota attorno ad un sistema binario di stelle, ha sette satelliti, distanza dalla Terra 1000 anni luce, pianeta in cui persiste una luce tenue di tipo crepuscolare, come se un tramonto sulla Terra durasse per quasi tutta la giornata.
PROT : esploratore proveniente dal pianeta K-PAX , attualmente ospitato per un equivoco nella struttura psichiatrica di Manhattan
dott. Powell : unico medico a dubitare che Prot sia un paziente psichiatrico o che comunque si interessa seriamente al suo caso.
05.51 del 27 luglio, ora prevista del rientro di Prot su K-PAX
Film passato in sordina, non è spettacolare, non ha grandi effetti speciali, ormai questa sembra essere la regola per fare cassetta, ha una buona fotografia che crea la giusta atmosfera in cui la luce è un elemento fondamentale, le luci soffuse, i riflessi sui grattacieli, la luce scomposta in vari colori dal prisma di vetro nello studio del dott.Powell.
Ma soprattutto ha una trama semplice ed originale che risulta efficace, densa di contenuti e particolari che fanno sorgere dubbi anche allo spettatore più attento che si pone le seguenti domande: Chi è il misterioso personaggio Prot? Da dove viene?
Il bravissimo Kevin Spacey si cimenta in una parte a lui congeniale, quella di Prot, personaggio enigmatico e misterioso, riuscendo a dare la giusta forma e profondità al visitatore che dice di provenire da un altro mondo.
Prot, spuntato dal nulla, con i suoi occhiali da sole che indossa sempre, ama la frutta, in pratica è vegetariano, stigmatizza la miopia e la poca conoscenza raggiunta dalla razza umana prendendosi gioco delle domande che gli vengono poste, affermando per esempio che su K-PAX le informazioni e quindi la conoscenza sono di pubblico dominio, la Terra invece secondo lui sarebbe un pianeta di classe BA-3 stadio iniziale di evoluzione dal futuro ancora incerto.
Oltre il rebus Prot, il film è impostato sulla credibilità o meglio sulla non credibilità a priori, cioè quella di dubitare di chiunque abbia una visione diversa delle cose, soprattutto sul non accertarsi, sulla difficoltà di accettare persone diverse anche se palesemente innocue. Un meccanismo di difesa della società in cui viviamo che preferisce tirar fuori il teorema della normalità, quando da sempre il mondo della scienza ha fatto passi avanti osservando le differenze, studiando le anomalie.
Con un finale piuttosto aperto K-PAX è un bellissimo film che merita di essere visto.
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