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K-Pax. Da un altro mondo

Regia di Iain Softley vedi scheda film

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La recensione su K-Pax. Da un altro mondo

di Roberto T.
8 stelle

Tratto dal romanzo di Gene Brewer, qui produttore associato, K-Pax e’ un bell’esempio di buon cinema a stelle e strisce. La vicenda, tra Starman e Qualcuno volo’ sul nido del cuculo, non e’ originalissima ma la sceneggiatura di Charles Leavitt (Basta guardare il cielo) sviluppa personaggi e situazioni in modo graduale e convincente ed e’ ben bilanciata nella sue tre componenti fondamentali di commedia, dramma e mistero, sostenuta a dovere in questo anche dalla sobria regia dell’inglese Iain Softley (Harckers). Superfluo dire che in un film cosi’ profondamente basato sulla credibilita’ dei personaggi il ruolo degli attori risulta fondamentale ed entrambi i protagonisti sono bravissimi: i loro faccia a faccia sono decisamente una delle cose migliori del film e fa piacere che Spacey sia riuscito col tempo a non lasciarsi intrappolare nei ruoli da cattivo che lo avevano reso famoso al pubblico (Seven, I soliti sospetti). Il suo Prot e’ davvero una bella prova d’attore. Da lodare in blocco anche i caratteristi di contorno, che con pochi tratti rendono i pazienti della clinica psichiatrica vivi e reali. Quella di avere straordinari caratteristi e’ veramente una delle forze dell’intrattenimento americano, sia al cinema che in tv (vedi E.R. ad esempio, ma anche le serie Trek). Notevoli e piacevolmente new age le note composte dall’autore della colonna sonora, l’emergente Edward Shearmur (Charlie’s angels). K-Pax e’ uno di quei film che riescono con abilita’ a concludersi in modo ambivalente, lasciando allo spettatore la scelta di interpretare i fatti narrati autonomamente. Sognatori e Pragmatisti ovviamente arriveranno a conclusioni diverse, ma le qualita’ oggettive del film rimarranno intatte. (Roberto Taddeucci)

Sulla trama

“Chi e’ stavolta ?” chiede il Dottor Powell all’infermiera che gli sta consegnando la cartella del suo nuovo paziente “Gesu’ Cristo o Giovanna d’Arco ?”. Nessuno dei due in verita’, perche’ il paziente in questione, Prot, dice di essere un alieno e di venire da un pianeta distante mille anni luce chiamato K-Pax. Powell, esperto psichiatra che esercita in un ospedale newyorkese a corto di personale, si arma di carta e penna e comincia a prendere appunti, confidando di riuscire ad entrare nella mente del paziente e risalire alla radice del suo trauma. Ma stavolta le cose non sono cosi’ semplici. Prot non e’ solo un eccentrico individuo sempre con gli occhiali (dice che la luce qui sullaTerra e’ troppo intensa) e ghiotto di frutta (ne mangia in quantita’ industriali, buccia compresa). Sembra possedere una sconcertante conoscenza di coordinate spaziali e nozioni astronomiche e test clinici confermano che e’ particolarmente sensibile alla luce. Powell piu’ ci parla e meno ci capisce e comincia ad avere qualche angoscioso dubbio che lo spinge a cercare di indagare sempre piu’ a fondo nella mente di Prot e quando questi annuncia che entro poche settimane tornera’ sul suo mondo si convince ad ad usare anche la regressione ipnotica per cercare di scoprire in tempo la verita’…

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