Espandi menu
cerca
A. I. Intelligenza artificiale

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

Recensioni

L'autore

champagne1

champagne1

Iscritto dal 18 gennaio 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 47
  • Post -
  • Recensioni 963
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su A. I. Intelligenza artificiale

di champagne1
7 stelle

"Il suo amore è vero, ma lui non lo è!"

 

In un mondo duramente provato dal riscaldamento globale - che ha già causato lo scioglimento delle calotte polari e la sommersione di tutte le città costiere, comprese New York, Amsterdam e Venezia - il tentativo di risparmiare energia e utilizzare al meglio le risorse agricole ha imposto da un lato una drastica riduzione delle nascite dall'altro l'utilizzo di androidi nei lavori pesanti. Col tempo gli androidi sono diventati una vera e propria nazione di individui, fisicamente sempre più simili all'uomo, servizievolmente capaci di accontentare quasi ogni suo bisogno (dai lavori domestici fino al sesso), ma comunque - e per quanto evoluti - sempre legati al software di base installato alla loro fabbricazione.

L'idea di produrre un robot-bambino, nel fisico e nella mente, con la stessa curiosità di apprendere di un bambino ma anche con la sua capacità di amare svisceratamente e senza condizioni le figure significative, e quindi di essere mosso dall'emozione come principale stimolo per tutte le sue azioni e non solo dalla fredda razionalità cibernetica, affascina i progettisti, che si rendono conto non solo del passo avanti che farebbe la scienza robotica, ma anche delle enormi potenzialità di un mercato composto da persone bisognose di spiccioli di affetto, da qualunque parte esso provenga.

Ma la domanda è: quando un androide diventi senziente e conceda tutto il suo "amore" ad un umano, quale responsabilità dovrebbe avere l'umano nei suoi confronti?

 

                       

 

Comincia quindi la storia di David, prototipo di una nuova generazione di androidi-bambini, e delle sue peripezie dalla fabbrica alla famiglia al successivo abbandono, in una sorta di reviviscenza delle gesta di Pinocchio e del suo tentativo di diventare un bambino vero.

                                                 

 

La storia è una sintesi (riuscita?) di un approccio teorico-razionalista al tema dell'intelligenza artificiale (come avrebbe voluto fare Kubrick, che però morì prima di poter realizzare il film) e quella più poetica ed emotiva di Spielberg che porta alla fine l'opera a termine.

Risulta ad esempio potente il contrasto fra la logica commerciale e scientifica nella scena del progettista che vede David come il primo di una nuova fase della robotica, ma comunque uguale a tanti altri automi, e quella di David stesso che si sente unico e di valore di per sé.

La scelta di Spielberg è quella di premiare il percorso emotivo e di concludere la vicenda chiamando in scena il deus-ex-machina addirittura di Alieni sbarcati sul nostro pianeta ormai morto e che vedono in David il filo conduttore per conoscere l'Umanità.

Resta però in piedi la struttura complessa della domanda etica su come dover considerare questi "giocattoli" senzienti, una volta creatili,  e come sia difficile fornire una risposta esauriente.

                                 Risultati immagini per a.i. intelligenza artificiale

                   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati