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La pianista

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La pianista

di ethan
8 stelle

A Vienna l'insegnante di piano Erika Kohut (Isabelle Huppert), che vive con la possessiva e premurosa madre (Annie Girardot) in un appartamento, alterna lezioni al Conservatorio con altre che concede privatamente a studenti: Erika ha un carattere molto scontroso, tanto coi colleghi quanto con gli studenti e anche con la madre non va certo d'accordo. La donna ha anche un'insospettabile 'seconda vita', in quanto frequenta dei peep-show, acquista materiale pornografico, è una 'guardona' ed inoltre si procura ferite nelle sue parti intime. Ad una esibizione musicale presso degli amici di famiglia, Erika conosce Walter (Benoit Magimel), un brillante e un po' strafottente studente di Ingegneria, che si presenterà poi all'esame di ingresso al Conservatorio, proprio nella sua classe; di lì a poco tra la donna ed il ragazzo si instaura un rapporto che Erika vorrebbe subito portare sui territori del sado-maso, ma il ragazzo si rifiuta.

Con 'La pianista' Michael Haneke inizia la sua raccolta di premi al Festival di Cannes (nell'edizione del 2001 particolarmente ricca di titoli importanti), guidando i due protagonisti ai premi per le migliori interpretazioni nelle rispettive categorie e ottenendo anche il Gran Premio Speciale della Giuria: suo sesto lungometraggio e primo il cui soggetto non è suo, ma tratto dal romanzo della scrittrice austriaca Elfriede Jelinek, il film sviluppa i temi a lui cari del voyeurismo, della violenza psicologica (e fisica) perpetrata dai suoi personaggi, i quali sono segnati da anaffettività, comportamenti ossessivi e personalità disturbate, specialmente riguardo alla sfera sessuale.

Haneke filma con il consueto stile riconoscibilissimo, fatto di lunghe riprese in piano-sequenza (particolarmente elaborata e degna di nota, tra le tante, quella dell'incontro nel palazzo del ghiaccio, dove Erika tenta un riavvicinamento nei confronti di Walter, senza ottenere però ciò che voleva, anzi peggiorando la considerazione, già bassa, che aveva dal ragazzo) con pochi ricorsi a tagli di montaggio, con attori che entrano ed escono dalle inquadrature, assenza totale di una colonna sonora, con le uniche fonti di musica tutte interne alla narrazione, scenografie ridotte all'osso, per concentrarsi totalmente su caratteri e storia.

Quella che poteva essere in mano ad altri autori una vicenda mélo, viene depurata da Haneke da ogni qualsivoglia elemento sentimentale, per divenire invece una spietata analisi di un'ossessione compulsiva da parte di una donna al limite della patologia - Walter, ad un certo punto, sconvolto dal tono della lettera, in cui lei spiega per filo e per segno, come lui la deve trattare, afferma: "Tu sei malata!" - senza offrire spiegazione alcuna alle origini di tale devianza, limitandosi ad una componente psicanalitica da riscontrare nel tormentato rapporto di amore/odio con la madre (una splendida Annie Girardot) il quale non basta di sicuro a spiegare tali comportamenti.

L'autore stesso, in un'intervista, dice che non intende giudicare i suoi personaggi, limitandosi a mostrarli, consentendo in tal modo ad ogni spettatore la piena libertà di interpretarli in base alle proprie sensazioni, alle proprie conoscenze e al vissuto personale.

E' questo - assieme alla sensazionale prova di un'ispirata Isabelle Huppert, la quale non arretra di fronte a nulla, ben coadiuvata dall'allora giovane Benoit Magimel - uno dei punti di forza di 'La pianista', per chi scrive uno degli esiti migliori della non ricca in numero, ma in qualità, filmografia di un cineasta dotato di un rigore assoluto, che traspare da ogni fotogramma dei suoi film.

Voto: 8 (v.o.s.).

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