Espandi menu
cerca
I compari

Regia di Robert Altman vedi scheda film

Recensioni

L'autore

rocky85

rocky85

Iscritto dal 30 maggio 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 49
  • Post 3
  • Recensioni 294
  • Playlist 3
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I compari

di rocky85
10 stelle

Il rumore sordido di un vento implacabile anticipa l’arrivo del gelido inverno. La neve che di lì a poco ammanterà il paesaggio intorno a Presbyterian Church è ancora lontana, mentre Leonard Cohen sussurra le dolci note di The Stranger Song. Nel piccolo e squallido villaggio minerario, denonimato così per via di una chiesa in costruzione che svetta tra le montagne, arriva un bel giorno John McCabe (Warren Beatty). Avventuriero che si porta appresso una millantata fama di pistolero (il suo soprannome è “Peste”), McCabe acquista un terreno e tre prostitute e in breve tempo mette su una piccola attività di ristoro per i cuori freddi e tristi dei pochi minatori presenti. La neve giunge ben presto, e insieme a lei la ruvida prostituta di città Constance Miller (Julie Christie), che propone a McCabe di mettersi in società con lui e di realizzare un bordello di alta classe. L’attività messa su da questi due improvvisati soci va subito a gonfie vele, e l’avventuriero comincia a capire di provare qualcosa per la rude prostituta con la quale è in affari. Ma in un West spietato e amorale c’è poco spazio per i sentimenti, e ancora meno per la libera iniziativa. E così, quando McCabe rifiuta la proposta di una compagnia mineraria di acquisire la loro attività, si trova costretto a difendersi da tre sicari inviati per fargli la pelle.

“Il film ha tutte le caratteristiche del western tradizionale ma affrontate con un’ottica diversa. Voglio mettere lo spettatore a suo agio e fargli accettare il film, poi comincio ad operare le trasformazioni”. Questa la dichiarazione di intenti di Robert Altman, che nel 1971 con I compari (McCabe & Mrs Miller) inaugura un processo di revisione dei generi per eccellenza del cinema americano, cominciando proprio dal western. In realtà la carica innovativa nei confronti di un genere da sempre stereotipato è evidente fin dalle prime immagini. Non vi è traccia di inquadrature panoramiche né di spazi sterminati. Altman preferisce campi stretti e primi piani insistiti, per rappresentare il senso di solitudine dei personaggi. Il deserto essiccato dal sole lascia il posto ad un paesaggio completamente avvolto da una neve candida e onnipresente, attraverso la magnifica fotografia di Vilmos Zsigmond. L’eroe impavido e senza paura lascia il campo ad un avventuriero arrivista che nasconde dietro l’aspetto da sbruffone un cuore romantico ed una paura di morire che si contrappone ai destini fatalisti dei grandi personaggi del western. L’ottimismo è spazzato via da un vento di radicale crudeltà, che demolisce il mito dell’american dream, della libera iniziativa privata, del desiderio di amore e di felicità. Non c’è nemmeno la traccia di musiche epiche e leggendarie, sostituite dalle struggenti ballate di Leonard Cohen: Altman ne “deruba” l’album di esordio Songs of Leonard Cohen per utilizzarne tre gemme assolute (oltre all’iniziale The Stranger Song, anche Sisters of Mercy e Winter Lady) come accompagnamento lento e solenne delle sequenze. Gli interpreti sono quanto di più lontano si possa immaginare dal western: la faccia pulita da bravo ragazzo di Warren Beatty e la seducente eleganza inglese di Julie Christie restano tuttora indimenticabili nel loro perfetto connubio.

Eppure non ci crederete, ma McCabe & Mrs. Miller è soprattutto una delle più dolci e "diverse" storie d’amore mai viste al cinema. Amore puro, forse non corrisposto, fra due perdenti e sbandati all’interno di un contesto putrido e fatiscente. “La verità, signor McCabe, è che voi avete le idee meschine, e questo soprattutto perché avete paura di averle grandiose”, gli rimprovera da subito lei. Lui ribatte amaramente che “quando un uomo è tanto cretino da mettersi a mezzo con una donna, quella non avrà mai nessuna considerazione per lui”. Vanno a letto insieme, è vero, ma solo dopo che McCabe ha pagato come tutti gli altri i cinque dollari necessari per averla tutta la notte. Così il bifolco McCabe si innamora lentamente della cinica Constance, fredda e distaccata ma che ogni tanto si scioglie in un dolce sorriso: per lei cerca di fare il gradasso rifiutando l’offerta che la compagnia mineraria gli aveva proposto, per lei si traveste di coraggio andando incontro ai killer inviati per ucciderlo. Lui che addirittura piange per non essere in grado di dimostrarle il suo amore. Alla fine le parole più romantiche sono quelle non dette, quelle che lui immagina di rivolgerle:  “Mi fai sempre provare la sensazione di essere un cretino patentato. Quanto vorrei fare l’amore con te almeno una volta senza pagare! Sarebbe meraviglioso. Perché devi sapere che c’è un poeta in me. È così, c’è tanta poesia in me ma io non sono capace di esprimerla perché non sono istruito e non mi riesce di trovare le parole. Tu mi congeli lo spirito, ecco quello che fai. Fai gelare il mio spirito”.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati