Regia di Rob Cohen vedi scheda film
Primo adrenalinico capitolo della serie cult che, a discapito del concetto “fast”, agguanterà un enorme successo di pubblico solo nel decennio successivo.
Un prodotto inizialmente di nicchia per amanti di corse e auto truccate, cultura machista e belle donne (tipicamente maschile), che fa leva efficacemente sul fascino tamarro dei suoi protagonisti, in bilico tra il badass e i buoni propositi, pronto ad affrontare la vita come Domenic Toretto (il carismatico e non solo muscoli Vin Diesel), “a un quarto di miglio alla volta”.
Criminali dal cuore d’oro o poliziotti infiltrati dal passato turbolento, come Brian O’Conner (Paul Walker), ciò che importa, ad ogni gara, è vincere. I donnini sono tutt’altro che indifesi: quando c’è di mezzo una cazzutissima Michelle Rodriguez, nei panni di Letty, i maschietti rosicano parecchio, ma anche Mia Toretto (Jordana Brewster) sa il fatto suo.
Scena culto la grigliata a casa Toretto con preghiera collettiva: diventerà un momento topico della saga.
C’è molta estetica spot-televisiva (inevitabile) con loghi di attrezzature automobilistiche costantemente in bella vista, eppure il film possiede un suo fascino, grazie a protagonisti efficaci e molte scene divertenti, sempre eccessivamente esagerate. Per par condicio andrebbero citate tutte o nessuna, ma sono troppe: una menzione d’onore spetta a una vecchia Dodge Charger nera del 1970, che nella realtà difficilmente riuscirebbe a gareggiare con gli altri bolidi in circolazione.
Insomma, da stare alla larga se da un action ci si aspetta solo il realismo concettuale di Micheal Mann o si soffre di repellenza moraleggiante verso i"cattivi ragazzi"; in caso contrario, un’ora e mezza di buona evasione (alla cui sceneggiatura ha lavorato un giovanissimo David Ayer), su uno dei miti cinematografici yankee più celebrati, da Gioventù bruciata a Ritorno al futuro: la gara automoblistica.
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