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La notte dei diavoli

Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film

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Raffaele92

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La recensione su La notte dei diavoli

di Raffaele92
8 stelle

Magnifico! E vergognosamente e colpevolmente misconosciuto e dimenticato. Ma forse questo è in fin dei conti il destino delle opere più grandi. Eppure molti film americani datatissimi stanno godendo di gloriose riscoperte negli ultimi tempi. Sarà forse merito dei remake che li hanno fatti tornare in auge? Perché se è così allora diciamo no! “La notte dei diavoli” non si tocca, non si può rifare: la poetica di cui vive è tale poiché ancorata ai propri tempi, quelli di Bava e del glorioso gotico all’italiana.

Come nei migliori film di questo filone, non vanno glorificati solo i bellissimi artigianali effetti speciali (e vi sono anche un paio di sequenze splatter, nonostante l’anno di uscita); è soprattutto una questione di atmosfera, che in questo meraviglioso horror di Ferroni vive di richiami gotici, colori autunnali che riecheggiano dagli esterni (il bosco) agli interni, sussurri e grida tra gli alberi, tradizioni arcane, stregoneria, maledizioni e contagi per nulla virali, porte e finestre sbarrate di notte per tenere fuori paure antiche come le leggende.

Violento e visionario, elegante e splendidamente fotografato, “La notte dei diavoli” è puro cinema artigianale nella miglior tradizione italiana di un’epoca ormai perduta, con un finale davvero spaventoso, seguito da un epilogo risolutivo – quello nell’ospedale – straziante e quasi poetico.

Mi piace pensare che Sam Raimi lo abbia visto prima di girare “La casa” (1982), giacché il film in analisi ne potrebbe essere (è?) un effettivo precursore.

Poi d’accordo, il debito verso Bava si sente, ma a dodici anni di distanza dall’altrettanto superbo “Il mulino delle donne di pietra” (1960), Giorgio Ferroni torna a farci volare a quote elevatissime.

Stracult.

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