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Shrek

Regia di Andrew Adamson, Vicky Jenson vedi scheda film

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La recensione su Shrek

di Rosencrantz
6 stelle

Da un punto di vista tecnico, l'animazione CGI ha raggiunto livelli davvero impressionanti: il realismo dei fondali è incredibile, i movimenti dei personaggi sono fluidi e ricchi di sfumature cui il grande schermo non sempre rende il giusto servizio (si guardino i fotogrammi pubblicati qua e là per ammirare la ricchezza dei dettagli).
A voler essere però pignoli, si nota come l'animazione del corpo umano, quando questo non è caricaturale, non abbia ancora la necessaria naturalezza, soffrendo di una certa "legnosità" che fa somigliare i personaggi a delle marionette.
Lasciando da parte la qualità tecnica (che, da sola, vale la spesa del biglietto), il film nel suo complesso è il consueto film semi-parodistico, in cui si scimmiottano gli archetipi del genere rendendo loro contemporaneamente omaggio: gli sberleffi verso la Disney, che di quegli archetipi è la massima fautrice, sono spesso azzeccati (specie l'odiosa mania delle canzoncine buoniste), ma il gioco si esaurisce in fretta per lasciar spazio ad un umorismo più consueto e, per questo, anche più prevedibile, in cui la sceneggiatura ricorre ad un corredo di battute simpatiche ma che sanno di già visto (come la parodia di MATRIX nel combattimento di Fiona).
Nel complesso il film riesce nello scopo che si prefigge, ovvero di far passare un'ora e mezza in modo gradevole, ma sarebbe stato apprezzabile uno sforzo in più nel costruire una storia che non fosse un patchwork di quanto già visto, la cui stessa morale di fondo si rifà al consueto adagio tanto caro agli Americani: viva la diversità, purchè i diversi stiano con i diversi.

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