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Intimacy - Nell'intimità

Regia di Patrice Chéreau vedi scheda film

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La recensione su Intimacy - Nell'intimità

di Tex61
6 stelle

Film all’apparenza abbastanza scontato nel suo messaggio più immediato ovvero: il sesso e un rapporto sentimentale completo potrebbero essere inconciliabili e, quando al normale istinto riproduttivo, si associa una maggiore conoscenza dell’altro, non sempre le unioni vanno a buon fine. Da questa prima lettura abbastanza semplicistica si possono però ricavare alcune riflessioni che, di per se non sono di certo singolari, (sono le mie personali e pertanto discutibili) ma, sinteticamente, sono:

 

L' oggettiva e sempre più difusa "stanchezza" dei rapporti matrimoniali (non tutti ma quasi) può portare al bisogno di sperimentare qualche novità ma, gli impegni assunti con il matrimonio, impongono o consigliano di non abbandonare la famiglia.

 

La sola attrazione fisica e l’inevitabile conseguente rapporto sessuale, da soli, possono costituire un collante (comunque limitato nel tempo) tra due individui e sono normali istinti propri del mondo animale. Gli umani però, in quanto esseri pensanti e intelligenti, per differenziarsi dagli altri animali, hanno inventato l’amore che, a mio parere, è sentimento che nel periodo riproduttivo ha poche chances di sopravvivenza. Sopravvive, nel tempo, un’affettiva convivenza solo negli individui più responsabili, perché spesso ci sono i figli, o lo spettro della solitudine.

 

L’inconscia necessità degli amanti di venire scoperti accelera gli eventi e spesso genera comportamenti imprudenti o sconsiderati che porteranno alla luce la frequentazione con conseguente conclusione (quasi mai indolore) del rapporto fedifrago. (Una sorta di moralistico autolesionismo)

Questo film, a mio parere, esemplifica sostanzialmente questi aspetti. E si ferma lì. Dal punto di vista narrativo, nonostante il clamore suscitato per le scene esplicite di sesso, non è mai volgare anche se a tratti ricorda l’ultimo tango di Bertolucci (in una scena lo copia spudoratamente). Nella seconda parte diventa esageratamente cervellotico in alcuni dialoghi, soprattutto nel finale, perché ha forse la pretesa di attribuire chissà quali introspezioni psicologiche ai protagonisti. Non mi è parso così e, banalmente, lei cerca un diversivo, un rifugio intimo e forse trasgressivo; lui, come spessissimo accade nel maschio, s’innamora della sua avvenenza fisica (aveva forse altri elementi a disposizione?) e prova ad appropriarsene definitivamente. Invece di accontentarsi l’un l’altro sono andati a complicarsi la vita. Si lascia comunque vedere. Un po’ poco per un Orso d’oro.

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