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Un sogno per domani

Regia di Mimi Leder vedi scheda film

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La recensione su Un sogno per domani

di degoffro
6 stelle

Trionfo del buonismo New Age per un film certo accattivante e piacevole, ma anche poco autentico e troppo alla ricerca di lacrime facili. Il compito che il professor Eugene Simonet, dal volto e corpo ustionato, causa un passato difficile, dà ai suoi alunni di prima media è davvero complicato: pensa ad un'idea per cambiare il mondo e mettila in atto. E' ovvio che Trevor, ragazzino troppo sveglio per la sua età, rimanga folgorato da questo compito e decida di darsi da fare per migliorare il mondo dando vita ad una catena di Sant'Antonio della solidarietà. Fare tre favori a tre persone diverse e fare in modo che le stesse facciano altrettanto. La catena arriverà anche ad un giornalista che, fiutando lo scoop, si darà da fare per capire chi ha avuto la brillante idea. La regista Mimi Leder, specializzata in action movie, dirige una storia edificante, a tratti commovente, spesso però zuccherosa e sospetta nel suo invitare alla generosità e all'aiuto gratuito e disinteressato. Si avvale di un cast ben assortito in cui il migliore è lo straordinario Haley Joel Osment, ragazzino prodigio capace di espressioni intensissime, mentre Helen Hunt è alle prese con un personaggio che sembra la naturale continuazione della protagonista di "Qualcosa è cambiato" (anche qui madre single con un bambino da allevare ed un lavoro di cameriera per mantenersi, nonché con diversi problemi con la bottiglia). Kevin Spacey nei panni di un uomo complessato che ormai ha chiuso con le emozioni riesce ad evitare i gigionismi che hanno reso insopportabili gran parte delle sue ultime interpretazioni. Da notare poi le piccole partecipazioni del rocker Bon Jovi nei panni del papà di Trevor, di James Caviziel nei panni di un barbone drogato (il primo ad usufruire della bontà contagiosa di Trevor che se lo porta addirittura a casa offrendogli da mangiare ed un posto dove dormire) e soprattutto della mai dimenticata Angie Dickinson, irriconoscibile nei panni della mamma alcolizzata della protagonista. Sul finale eccessivamente patetico, con sacrificio/beatificazione e conseguente processione religiosa nella città del vizio per eccellenza come Las Vegas, dove è ambientata l'intera vicenda, la reazione può essere o di forte coinvolgimento emotivo o di totale rifiuto.
Voto: 6 e mezzo.

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