La recensione su La tigre e il dragone

di supadany

10 stelle

VOTO : 7/8.

Probabilmente lo sopravvaluto, ma, oltre a delle qualità per cui ancora oggi mi piace in maniera esagerata, ha avuto il merito di sdoganare, almeno in parte, un genere fin al 2000 completamente ignorato dalle nostre parti.

Sarà furbo quanto volete, ma sono rimasto incantato dalla bellezza delle immagini, un connubio tra azione e sentimenti (non volevo usare la parola poesia, ma secondo me ci starebbe bene), un movimento elegante che mi ha stregato.

I personaggi compiono acrobazie vorticose, sui tetti, sugli alberi, sugli specchi d’acqua, con leggerezza senza dubbio innaturale, ma appunto per questo così distanti dalla realtà da risultare ammalianti.

Merito di un coreografo magistrale (guarda caso lo stesso di “Matrix”), ma anche il resto non è lasciato al caso da un regista che sa come utilizzare il sentimentalismo.

Donne quasi assolute protagoniste della scena, una spada contesa, un amore impossibile da attuare, e soprattutto una rappresentazione fatta per dividere.

Chi considera l’inverosimiglianza come veicolo adeguato di emozioni che portano a sognare e staccarsi, per l’intera durata del film, dalla realtà, ed in questo secondo me ci riesce in maniera impeccabile, e chi invece considera il tutto un metodo semplicemente studiato a tavolino per conquistare un pubblico occidentale che di questo genere non ci capisce una mazza.

Ecco, di questo genere non ci capivo proprio una mazza (e comunque ad oggi non ho fatto grandi ricerche, ma ho visto “solo” quanto arrivato da noi, tipo gli ultimi film di Yimou), quello che so è che questo film mi ha stregato.

Tra coreografie straordinarie ed una storia tanto semplice, quanto splendidamente rappresentata.

Al resto non so, e non vorrei mai, dare risposte, l’unica cosa che posso dire è che mi batte forte il cuore quando lo guardo.

E per me, nel mio piccolo, questo basta ed avanza.

Stupendo.