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Hannibal

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Hannibal

di spleenish
8 stelle

Ridley Scott usa molto bene tutto l'arsenale del suo cinema: flashback, vecchie conversazioni incise sul videoregistratore tra Clarice ed Hannibal, scene abilmente messe in scena e montate, contrasti di luce, colori brillanti che creano un clima completamente differente rispetto al tono opprimente e melanconico del 'Silenzio degli Innocenti', che allora era stato diretto da Jonathan Demme.Sono molte le differenze fra 'Il silenzio degli innocenti' e questo 'Hannibal'. Ma a essere decisivo è il cambio di prospettiva. Protagonista (e punto di vista) del gran film di Demme era infatti l'ispettrice Clarice Starling, la sua vita, le sue indagini, la sua mente - ovvero il rapporto perverso che stabilisce con quella distorta e geniale del dottor Lecter. Poco di tutto questo resta in 'Hannibal'. (...) Fra tanti fili narrativi, la tensione si stempera in gelida ironia e la regia elegante dimentica l'ingrediente base: la paura".
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA E' STATO IL DISTRIBUTORE A SCONSIGLIARNE LA VISIONE AI MINORI DI 14 ANNI, FORSE ANCHE PER EVITARE LE POLEMICHE SEGUITE ALLA CONCESSIONE DEL NULLA OSTA DALLA "COMMISSIONE DI REVISIONE CINEMATOGRAFICA". (NEGLI USA IL FILM E' STATO VIETATO AI MINORI DI 17 E IN CANADA AI MINORI DI 13 E NE SONO STATI VIETATI I TRAILER TELEVISIVI IN PRIMA SERATA).

Sulla trama

Sono passati sette anni dall'evasione del dottor Hannibal Lecter dall'ospedale di massima sicurezza per criminali psicotici, ma è rimasto presente negli incubi dell'agente dell'FBI Clarice Starling e della sua ultima vittima, Mason Verger, sopravvissuto al dottore ma rimasto orrendamente sfigurato. Verger medita vendetta e sa che solo un'esca può far uscire allo scoperto il dottor Lecter, ora latitante in Europa: la stessa Clarice. TRAMA LUNGA Mentre continua ad essere impegnata in operazioni di polizia che comportano violenti scontri a fuoco e morti oltre le previsioni, l'agente FBI Clarice Sterling non riesce a togliersi dalla mente la figura di Hannibal Lecter, il serial killer con cui aveva instaurato un complicato rapporto di attrazione-respulsione. Sono passati dieci anni da quegli avvenimenti, Lecter è evaso ed ha lasciato gli Stati Uniti. Anche Mason Verger, magnate psichicamente instabile, non ha dimenticato Lecter: lui, vittima numero sei, è sopravvissuto ma è rimasto sfigurato nel volto e nel corpo. Deciso a vendicarsi, Verger corrompe Paul, uno del Dipartimento di Giustizia, il quale riesce a coinvolgere Clarice, sospesa nel frattempo in via cautelativa dal servizio. Negli stessi momenti in Italia, a Firenze, l'ispettore Pazzi è impegnato nella ricerca di Lecter. Il premio promesso da Verger lo attira, perché risolverebbe i problemi relativi alle molte esigenze della bella moglie Allegra. Pazzi mette gli occhi su un certo prof. Fell, che lavora alla biblioteca Capponi. Dopo aver raccolto numerosi indizi ed essersi negato ad un contatto dall'America con Clarice per paura di perdere i soldi, Pazzi sta per passare all'azione decisiva. Ma Lecter lo precede, lo lega e lo impicca da un balcone su piazza della Signoria. Quindi torna negli Stati Uniti, va a casa di Clarice, ma in seguito non riesce ad evitare di essere catturato dagli uomini di Verger. Il magnate vuole torturarlo prima di farlo azzannare dai cinghiali, ma arriva Clarice, lo libera ed è proprio Verger a rimanere vittima delle bestie feroci. Vedendo Clarice ferita, Lecter la porta a casa. Quando si sveglia, la donna va in cucina e vede Lecter intento ad aprire la testa di Paul, vivo e ipnotizzato, per togliergli il cervello e cucinarlo. Clarice ammanetta Lecter, chiama la polizia ma, quando arriva, il killer è già riuscito a fuggire. Sull'aereo, e senza una mano, Lecter si accinge al pranzo. Si avvicina un bambino, vede una strana mate ria e chiede di cosa si tratti. Lecter gli porge il cucchiaio con il cervello di Paul.

Su Giancarlo Giannini

PECCATO PER LA SUA PARTICINA

Su Anthony Hopkins

Il film, eccellente prodotto di confezione sceneggiato anche da David Mamet, è fatalmente privo di sorprese e logoro come tutti i seguiti: senza ironia, senza anima, senza ispirazione. Fatto benissimo. Una iniziale sequenza d'azione è straordinaria. Firenze è rappresentata genialmente: di giorno sovraffollata, polverosa, caotica come un suk turistico; di notte deserta, illuminata male, lustra di umidità. Anthony Hopkins è manierato: stucchevole voce soft, modi soavi. Panama a larghe tese, completi bianchi o blu scuro nel vano tentativo di renderlo chic, passione per il pianoforte e per le arie d'opera. Gli altri interpreti sono a posto, compresi gli italiani in piccolissime parti.

Su Ridley Scott

GRANDE REGISTA LACCATO

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